venerdì 30 marzo 2012

Raggiunto l'accordo per 800 miliardi di € al Fondo salva Stati

I Ministri delle finanze dell'UE, riunitisi oggi a Copenaghen, hanno raggiunto un compromesso tra le disponibilità di Berlino e le richieste degli altri paesi che richiedevano un firewall di 1000 miliardi di euro. I diciassette paesi dell'euro hanno trovato un compromesso accettando di aumentare da 500 a € 800 miliardi il "firewall" contro la crisi finanziaria. La Germania ha smesso di fare da zavorra, ma il compromesso è ben lungi dal soddisfare le aspettative della Commissione Europea, FMI e OCSE. Il tetto, che rappresenta una capacità teorica di prestiti, comprende tre componenti: 500 miliardi dal meccanismo europeo di stabilità (SPM) che sarà lanciato nel mese di luglio, 200 miliardi già impegnati dal fondo temporaneo di stabilita del 2010 (EFSF) e 100 miliardi di prestiti già spesi o impegnati presso diversi Stati. Questa struttura complessa, è pò discutibile perché mescola passato e futuro, e permette a tutti di dire di aver mantenuto la propria posizione. Per la Germania, era essenziale poter evitare di dover aumentare il massimale del MES perchè a quel punto avrebbe avuto la necessità di un altro voto al Bundestag. Wolfgang Schäuble, il favorito nella corsa per la presidenza dell'Eurogruppo, ha accettato di tenere in vita per un anno l'EFSF, che temporaneamente gonfia il piatto. Al contrario, quelli che avevano richiesto una cifra di circa un miliardo, come il francese Baroin, non hanno ottenuto piena soddisfazione. A Copenaghen, si è parlato anche di un progetto di una quota supplementare di 240 miliardi da utilizzare "in circostanze eccezionali", ma questo argomento è scomparso dalla dichiarazione finale dell'Eurogruppo. Anche in questo caso, Berlino ha vinto. Ma la domanda di base rimane sempre la stessa: sarà sufficiente la forza del nuovo "firewall" in caso di un incidente di rilevanza finanziaria, che coinvolga, per esempio la Spagna e il Portogallo?

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