mercoledì 14 marzo 2012

La Grecia non più in default: Fitch alza il rating

Dopo circa un anno di passione la Grecia passa a 'B-', con prospettive stabili togliendola da 'restricted default'. Lo comunica l'agenzia di rating in una nota. Il miglioramento del rating, spiega Fitch nella nota, si applica ai titoli ellenici di nuova emissione creati in conseguenza dello 'swap' sui vecchi bond governativi, che sono ora senza rating. Tuttavia "il rating sui bond di diritto estero resterà a 'C' in attesa di un accordo fissato per l'11 aprile. Resta il vecchio rating anche per i titoli che non sono rientrati nello 'swap', che ha visto una partecipazione del 96%. L'accordo raggiunto da Atene con i creditori privati, e le perdite che questi si sono accollati, secondo Fitch, "hanno significativamente migliorato la capacità di pagamento del debito e ridotto il rischio di difficoltà di rimborso da parte dei nuovi titoli governativi greci". E anche se "restano significativi e obiettivi rischi di default alla luce del livello d'indebitamento ancora molto alto", secondo l'agenzia "c'è un relativo margine di sicurezza per il pagamento degli interessi sui nuovi titoli in un orizzonte di 12-24 mesi". Una valutazione che si riflette nella prospettiva 'stabile' assegnata al nuovo rating. Secondo Fitch, poi, il nuovo programma di salvataggio Ue-Fmi per la Grecia sarà interamente finanziato: non sarà cioè dipendente, come nel prestito precedente, dalla capacità di Atene di finanziarsi sui mercati. Mentre il deficit greco è previsto in calo al 4,5% del Pil nel 2012 a seguito dell'accordo di ristrutturazione, il debito ellenico inizialmente salirà "verso il 170%" secondo Fitch. "Anche se c'è un accordo con l'UE-FMI per una discesa della traiettoria del livello debito/Pil verso il 120% circa nel 2020, tuttavia Fitch avverte che questo risultato è molto legato alla realizzazione del piano di austerity, giudicato molto difficile per qualunque amministrazione, e sulla crescita economica. Il rating greco, dice ancora Fitch, potrà ancora migliorare di fronte a surplus fiscali e riforme strutturali da parte di Atene, che saranno indispensabili per la permanenza della Grecia nell'euro. Ma nel breve termine "la prospettiva di elezioni generali e l'incertezza sulla composizione e l'impegno di un nuovo esecutivo verso il programma Ue-Fmi rappresentano rischi significativi".

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