Le famiglie italiane hanno effettuato acquisti per 7,3 miliardi (il quadruplo del previsto), con un tasso fissato al 2,45% al netto dell'inflazione. Un voto di fiducia per le promesse riforme economiche che il governo ha bisogno per rilanciare la domanda internazionale per l'Italia e per il debito a lungo termine. Gli ordini per la vendita al dettaglio incentrati sulla scadenza a 4 anni avevano già toccato i 7 miliardi di euro a mezzogiorno di giovedì, l'ultimo dei quattro giorni di vendita, che puntava ormai ad una dimensione nel numero finale molto superiore al miliardo e mezzo di euro inizialmente previsto dagli analisti. La vendita, che è destinata a ridurre la dimensione delle future T-bill aste, alimenta le casse italiane di fronte alle scadenze obbligazionarie per 27 miliardi di euro nel mese di aprile. Essa contribuirà inoltre a ridurre la recente inclinazione a breve termine nel profilo del debito del paese. Un senior trader presso un rivenditore primario ha dichiarato che è un brillante tentativo di modificare le abitudini d'investimento delle famiglie italiane. "La scadenza è stata attraente, il metodo per il posizionamento più trasparente, il momento giusto e c'è stato un marketing decente." La vita media del debito in Italia è sceso a 6,8 anni - ancora relativamente lungo - da sette anni dopo l'aumentato rilassamento ultra-breve delle scadenze nei primi mesi del 2012 dove si è afffrontata una gobba di rifinanziamento di 60 miliardi di euro. C'è stato un calo generale dei rendimenti guidati da una super liquidità fornita dalla Banca centrale europea, che hanno armato le banche italiane con 255 miliardi di euro di fondi triennali. E' cresciuta la fiducia nella capacità del primo ministro tecnocrate Mario Monti per far passare le riforme e aiutare l'economia a crescere. Ma la spinta di prestiti a basso tasso della BCE è stata concentrata in scadenze più brevi e la domanda da parte degli acquirenti stranieri sull'Italia ha bisogno per il suo finanziamento di un orizzonte temporale più esteso. L'Italia non ha venduto questo mese titoli con scadenza superiore a 10 anni. Questo avviene dal mese di ottobre e il vice ministro dell'Economia, Vittorio Grilli ha detto che ancora non è il tempo per testare l'appetito del mercato ed aggiornare il debito su scadenze più lunghe."Penso che ci vorrà ancora del tempo per emissioni a 15 anni, ma a 30 anni, in questo momento sarebbe molto più problematico", ha detto Alessandro Tentori, strategist di BNP Paribas a Londra.
venerdì 23 marzo 2012
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