Ieri i leader dell'Eurozona si sono riuniti, in un vertice speciale, a Bruxelles per concordare un aumento delle risorse del Relief Fund europeo per calmare le preoccupazioni del mercati finanziari riguardo la moneta unica. In serata, i capi di Stato e di governo hanno deciso in particolare di aumentare la capacità finanziaria del Fondo europeo di Soccorso, incaricato di assistere i paesi della zona euro in difficoltà. Una misura a favore degli Stati più deboli da lungo tempo richiesta dai mercati. Le risorse effettive del Fondo saranno portate a 440 miliardi di euro, contro i 250 miliardi attualmente immediatamente disponibili. Questo fondo partirà a pieno regime a metà del 2013, raggiungendo i 500 miliardi di euro, un importo che il Cancelliere tedesco Angela Merkel non intende superare. Una mini-rivoluzione, il Fondo di soccorso ora può anche intervenire direttamente con l'acquisto del debito degli stati nel mercato primario, non come oggi solo con prestiti. Il comunicato finale ha detto che questo evento deve essere eccezionale.
Anche il presidente della Francia, Nicolas Sarkozy ha accolto con favore, la fine dei negoziati con l'ampliamento della gamma di strumenti utilizzabili, che ha significativamente rafforzato la capacità della UE. Inoltre i leader della zona euro hanno concordato un ammorbidimento delle condizioni di aiuti alla Grecia. In risposta alla promessa fatta dal primo ministro greco a Bruxelles di accelerare l'attuazione del processo di privatizzazione in corso, il paese ha ottenuto una riduzione dei tassi di interesse che paga per un prestito UE, già ottenuto, dal 5,2% ad una media del 4,2%. Il periodo di rimborso è stata allungato da tre anni a sette anni e mezzo.
L'Irlanda, invece, dove il nuovo premier Enda Kenny è rimasta irremovibile su un futuro incremento del tax rate (CIT), non ha ottenuto il taglio dei tassi che voleva. "Cè sempre un dare e un avere," ha dichiarato Angela Merkel ieri sera. Molti paesi europei considerano l'effetto della pressione fiscale sulle imprese praticati da Irlanda al 12,5%, troppo basso e tale da nuocere alla competitività delle altre economie europee. Il caso irlandese sarà nuovamente discusso in un vertice UE a fine marzo.
Il Portogallo, spesso considerato come il prossimo paese della zona euro a dover usufruire degli aiuti del Fondo, ha ancora rifiutato venerdì di accettare l'aiuto degli altri paesi, nonostante le pressioni degli altri membri della zona euro. Angela Merkel, in particolare, ha voluto che sia approntato un piano di aiuti disponibile senza indugi. Nonostante il nuovo pacchetto di misure di austerità annunciate ieri dal governo portoghese, il finanziamento del debito lusitano a dieci anni, è continuato a salire e, ieri pomeriggio, ha toccato il picco di 7,79%, un livello considerato assolutamente insostenibile a lungo termine. I prossimi giorni saranno decisivi per il Portogallo. Questo discorso dovrebbe essere all'ordine del giorno dei ministri delle Finanze della zona euro e dell'UE, alla prossima riunione mensile a Bruxelles dell'Eurogruppo ed Ecofin.
Anche il presidente della Francia, Nicolas Sarkozy ha accolto con favore, la fine dei negoziati con l'ampliamento della gamma di strumenti utilizzabili, che ha significativamente rafforzato la capacità della UE. Inoltre i leader della zona euro hanno concordato un ammorbidimento delle condizioni di aiuti alla Grecia. In risposta alla promessa fatta dal primo ministro greco a Bruxelles di accelerare l'attuazione del processo di privatizzazione in corso, il paese ha ottenuto una riduzione dei tassi di interesse che paga per un prestito UE, già ottenuto, dal 5,2% ad una media del 4,2%. Il periodo di rimborso è stata allungato da tre anni a sette anni e mezzo.
L'Irlanda, invece, dove il nuovo premier Enda Kenny è rimasta irremovibile su un futuro incremento del tax rate (CIT), non ha ottenuto il taglio dei tassi che voleva. "Cè sempre un dare e un avere," ha dichiarato Angela Merkel ieri sera. Molti paesi europei considerano l'effetto della pressione fiscale sulle imprese praticati da Irlanda al 12,5%, troppo basso e tale da nuocere alla competitività delle altre economie europee. Il caso irlandese sarà nuovamente discusso in un vertice UE a fine marzo.
Il Portogallo, spesso considerato come il prossimo paese della zona euro a dover usufruire degli aiuti del Fondo, ha ancora rifiutato venerdì di accettare l'aiuto degli altri paesi, nonostante le pressioni degli altri membri della zona euro. Angela Merkel, in particolare, ha voluto che sia approntato un piano di aiuti disponibile senza indugi. Nonostante il nuovo pacchetto di misure di austerità annunciate ieri dal governo portoghese, il finanziamento del debito lusitano a dieci anni, è continuato a salire e, ieri pomeriggio, ha toccato il picco di 7,79%, un livello considerato assolutamente insostenibile a lungo termine. I prossimi giorni saranno decisivi per il Portogallo. Questo discorso dovrebbe essere all'ordine del giorno dei ministri delle Finanze della zona euro e dell'UE, alla prossima riunione mensile a Bruxelles dell'Eurogruppo ed Ecofin.
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