La Casa Bianca ha iniziato ad alzare le difese davanti al disastro nucleare in Giappone. Gli USA non dimenticano uno degli incidenti nucleari avvenuto in casa propria nel marzo 1979 a Three Mile Island (Pennsylvania). Non ha causato morti, però 200.000 persone sono fuggite dalle proprie case. Negli Stati Uniti non hanno ancora affilate le spade per un taglio e preferiscono prendere una lezione di storia di quel tragico disastro. Il fatto non sorprende perché è il paese con più centrali nucleari ed è il più grande produttore al mondo. Sono 104 gl’impianti che producono un quinto di tutta l'energia degli Stati Uniti. Secondo i dati di International Energy Agency (IAEA) altre 30 sono in attesa di essere costruite. Il calcolo è basato sulla difesa che il Presidente Obama fa del settore dell'energia nucleare. "Nulla è completamente sicuro e non c'è nulla di molto pericoloso," dice.
La Francia, è un paese inconcepibile senza centrali nucleari, dalle quali ottiene l'80% della sua elettricità prodotta da 58 reattori, lo scenario di un futuro libero dal nucleare è impensabile. Oggi, terza potenza nucleare al mondo, a partire dal 2000 il paese ha dato nuovo impulso a questo tipo di energia in risposta all'aumento dei prezzi petroliferi e per ridurre la sua dipendenza energetica. Il Giappone ha aperto il dibattito sulla transizione verso l'energia prodotta da altri settori più sicuri, ma gli scenari che vengono sollevati non sono realizzabili nel breve termine. Gli esperti avvertono che senza l'energia nucleare sarebbero pesanti le conseguenze economiche e sociali: decine di migliaia di persone perderebbero il lavoro e i prezzi dell'energia elettrica schizzerebbe alle stelle. Inoltre, i tagli di potenza sarebbero moltiplicati per l'incapacità di dare una risposta termica alla domanda.
In Cina c’è il problema dell'inquinamento. Pechino ha deciso mercoledì di congelare il programma nucleare uno dei più ambiziosi del mondo, con più di due dozzine d’ impianti in costruzione e molti altri nel processo di pianificazione. Questo cambiamento di politica è venuto solo due giorni dopo che Pechino aveva deciso di quadruplicare gl'impianti in esercizio entro il 2015. Attualmente la Cina dispone di 13 impianti in funzione. Ci sono molti che s'interrogano sulla portata di questa decisione. Se la sospensione viene mantenuta a lungo termine, la Cina avrà notevoli difficoltà nel soddisfare gl’ impegni internazionali e gli obiettivi della politica di efficienza energetica e di riduzione dell'inquinamento. La Cina è il più grande inquinatore del mondo, spende il 18% dell'energia generata in tutto il mondo e il suo consumo aumenta di circa l'8% all'anno.
In Germania il Cancelliere Merkel ha iniziato una pausa di riflessione. Inoltre iniziano ad essere contrari a questo tecnologia anche gl’industriali tedeschi e i lavoratori. Il consiglio dei Saggi, un comitato di consulenza del governo ha evidenziato che con gl’investimenti in atto si può ragionelvomente pensare che nel 2050 il paese può essere alimentato solo con impianti di energie rinnovabili.
La Francia, è un paese inconcepibile senza centrali nucleari, dalle quali ottiene l'80% della sua elettricità prodotta da 58 reattori, lo scenario di un futuro libero dal nucleare è impensabile. Oggi, terza potenza nucleare al mondo, a partire dal 2000 il paese ha dato nuovo impulso a questo tipo di energia in risposta all'aumento dei prezzi petroliferi e per ridurre la sua dipendenza energetica. Il Giappone ha aperto il dibattito sulla transizione verso l'energia prodotta da altri settori più sicuri, ma gli scenari che vengono sollevati non sono realizzabili nel breve termine. Gli esperti avvertono che senza l'energia nucleare sarebbero pesanti le conseguenze economiche e sociali: decine di migliaia di persone perderebbero il lavoro e i prezzi dell'energia elettrica schizzerebbe alle stelle. Inoltre, i tagli di potenza sarebbero moltiplicati per l'incapacità di dare una risposta termica alla domanda.
In Cina c’è il problema dell'inquinamento. Pechino ha deciso mercoledì di congelare il programma nucleare uno dei più ambiziosi del mondo, con più di due dozzine d’ impianti in costruzione e molti altri nel processo di pianificazione. Questo cambiamento di politica è venuto solo due giorni dopo che Pechino aveva deciso di quadruplicare gl'impianti in esercizio entro il 2015. Attualmente la Cina dispone di 13 impianti in funzione. Ci sono molti che s'interrogano sulla portata di questa decisione. Se la sospensione viene mantenuta a lungo termine, la Cina avrà notevoli difficoltà nel soddisfare gl’ impegni internazionali e gli obiettivi della politica di efficienza energetica e di riduzione dell'inquinamento. La Cina è il più grande inquinatore del mondo, spende il 18% dell'energia generata in tutto il mondo e il suo consumo aumenta di circa l'8% all'anno.
In Germania il Cancelliere Merkel ha iniziato una pausa di riflessione. Inoltre iniziano ad essere contrari a questo tecnologia anche gl’industriali tedeschi e i lavoratori. Il consiglio dei Saggi, un comitato di consulenza del governo ha evidenziato che con gl’investimenti in atto si può ragionelvomente pensare che nel 2050 il paese può essere alimentato solo con impianti di energie rinnovabili.
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