venerdì 24 febbraio 2012

I cento giorni del Presidente Monti

In questi giorni sulla stampa estera, ma anche su YouTube" ci sono molti commenti positivi su questi primi giorni della presidenza Monti, buoni per comprendere la misura del cambiamento in corso nel nostro paese. Il comico Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno aperto il festival della canzone di Sanremo, il 14 febbraio. "Ricordate un anno fa, il paese era nella cacca fino al collo", hanno esclamato quella sera di fronte a più di 12 milioni di spettatori" nessuno avrebbe potuto immaginare un meraviglioso 2012 e come se fossimo rinati, entrando in una nuova era, con un nuovo governo, nuovi ministri, nuove idee e nuove tasse". Nel frattempo, intorno al Teatro Ariston di San Remo, il famoso porto della Riviera di Ponente c'era la Guardia di Finanza che ha controllato, a sorpresa, i commercianti che, non emettendo scontini si sottraevano al pagamento delle tasse. Come avevano fatto pochi giorni prima a Cortina d'Ampezzo, stazione sciistica chic delle Dolomiti. Mario Monti, durante una visita alla Casa Bianca, la scorsa settimana, aveva dichiarato di avere l'ambizione di "cambiare lo stile di vita degli italiani". Anche il capo della Fiat, Sergio Marchionne, che per due anni ha continuato a lamentarsi del suo paese, ha dichiarato che: "Dobbiamo sostenere Monti in ogni modo possibile, altrimenti torneremo all'età della pietra". Quando gli è stato chiesto della sua linea politica, ha aggiunto "Io tendo a preferire personalità come la sua, che gli americani chiamano "game changer", coloro che cambiano la partita, con una chiarezza di obiettivi e mezzi". Oggi Mario Monti ha una popolarità al 60%, quando il suo predecessore era scesa a meno del 30%. Alcuni momenti di debolezza sono stati osservati negli attacchi dello "spread" al mercato italiano. Ma dopo tre mesi di esercizio del potere, il "Professore" della Bocconi può vantarsi di aver significativamente ridotto il differenziale tra i tassi italiani e quelli tedeschi, che si era avvicinato pericolosamente ai 600 punti base, mentre al momento, lo "spread" viaggia intorno ai 350 punti. In pratica questo significa che il costo del debito italiano si è ridotto considerevolmente. Inoltre per gl'Italiani Mario Monti ha il grande merito di aver ridato un rango al paese in campo internazionale. L'immagine del premier italiano a chiacchierare con Nicolas Sarkozy e Angela Merkel poco prima del Consiglio europeo all'inizio di febbraio, è un loop in televisione. Ora, Roma, tratta alla pari con Parigi e Berlino, Roma colpisce la governance della zona euro, Roma riequilibra i poteri del Vecchio Continente. Monti ha ragione di essere "tranquillamente euforico", per usare un'espressione di Beppe Severgnini, editorialista del "Corriere della Sera". Lodi da Barak Obama, gli applausi del Parlamento di Strasburgo, il supporto di simpatia degli Anglo-sassoni. Per il "Financial Times", egli è "il leader politico più interessante" del momento e ha addosso tutta l'Europa sulle sue spalle." Per la rivista "Time", è forse l'unico che può "salvare" la moneta unica. Oggi i sindacati, dopo aver subito la riforma delle pensioni sono sotto tensione, ma non sembrano volere una rottura. Né i grandi capi della finanza, a cui ora è stato vietato di accumulare mandati. Le lobbies dei taxi, farmacisti e avvocati, sembrano dover accettare qualche liberalizzazione forzata. Né l'esercito, il cui numero sarà ridotto del 20%. Né i ministri, ora subordinati alla pubblicazione del loro patrimonio. Né la Chiesa cattolica, che dovrà finalmente pagare, come tutti, le tasse. Né i proprietari, la cui principale residenza sarà ancora una volta tassata dai comuni, come in Europa. Né gli evasori fiscali, i cui conti bancari sono stati incrociati con le dichiarazioni dei redditi. Né l'italiano di strada, a cui è vietato il pagamento in contanti superiore ai 1.000 euro. Oppure dagli atleti, che hanno dovuto rinunciare alla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2020, per ragioni di costi. In tre mesi, il bulldozer Mario Monti ha costruito gran parte della "rivoluzione liberale" promessa da Berlusconi nel 1994, e ora può annunciare tagli alle tasse. Viene da chiedersi cosa potrebbe fermarlo. Una prima risposta si trova in Parlamento, dove l'unione politica di convenienza tra la sinistra e la destra moderata ha cominciato a sgretolarsi. Il governo aveva avuto la fiducia con 556 voti a novembre. Un mese dopo, il piano di austerità è stata adottato con 495 voti. Nel mese di gennaio, con la legge sulla modernizzazione dell'economia è aumentata a 469 voti. E nel mese di febbraio, il decreto di amnistia per rimediare al sovraffollamento delle carceri è passato con 385 voti. La seconda risposta è quella di guardare le statistiche. Quest'anno, il PIL sarà in calo dell'1,3%. Gli ultimi dati Istat, indicano che la disoccupazione colpirà un giovane su tre, il reddito familiare è più basso di quanto non fosse venti anni fa e il divario tra ricchi e poveri non è mai stato così elevato. L'Italia ha ancora un lungo cammino davanti a se.

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