Mentre i suggerimenti del Ministro dell'economia italiana, Giulio Tremonti, incominciano a far breccia tra gli economisti europei sulla scelta di emettere degli Eurobond per le necessità di finanziamento dei vari stati, il presidente della banca centrale tedesca (Bundesbank), Jens Weidmann, ha messo in guardia contro la formula di Eurobond come rimedio per la crisi del debito greco, in quanto ritiene che i suoi effetti possano 'distruggere' la stabilità dell'euro. Weidmann, in una intervista odierna al giornale Bild am Sonntag ha dichiarato che "Niente può piu rapidamente distruggere la lunga spinta ad una sana e duratura politica fiscale quanto una responsabilità condivisa per il debito sovrano". Il capo della banca centrale tedesca si è fortemente opposto a quello che vogliono "alcuni politici ed economisti," di scommettere sulle Eurobond come soluzione alla crisi greca. Il governo tedesco, e soprattutto il suo ministro delle Finanze, Wolfgang Schäuble, ha finora respinto categoricamente la possibilità di emettere Eurobond, contro il parere, tra gli altri, del primo ministro lussemburghese e capo dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker. L'emissione di Eurobond significherebbe che "gli europei e soprattutto il contribuente tedesco dovrebbe andare incontro (e sostenere) il debito greco", continua il presidente Bundesbank, dalla pagine domenicale del giornale popolare. Weidmann rifiuta anche la possibilità di una ristrutturazione del debito greco come soluzione, in quanto ritiene che non risolverebbe la situazione. A parer suo, la Grecia chiaramente consuma più di quanto produce, e il deficit di bilancio dello Stato è molto elevato, per questo una ristrutturazione per tagliare il debito non è una vera soluzione, ma occorre affrontare alle radici le fonti della creazione del debito. Sulla crisi del debito sarà focalizzato il vertice straordinario dei leader della zona euro che si terrà il giovedì 21, che discuterà il finanziamento del secondo programma di salvataggio in Grecia. Il vertice avrà luogo una settimana più tardi rispetto a quanto originariamente previsto, la Germania è stata irremovibile a difendere la sua posizione piuttosto che rendersi conto che era necessario avere qualcosa di concreto su quale decidere.
domenica 17 luglio 2011
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