sabato 23 luglio 2011

Dopo la Grecia gli USA preoccupano i mercati finanziari

Se gli Stati Uniti non riescono a raggiungere un accordo per aumentare il tetto di spesa (ci sono meno di dieci giorni) e rientrano nella sospensione dei pagamenti, la situazione sarebbe peggiore che alla fine del 2008. Nei quartieri finanziari di tutto il mondo ne parlano come di un nuovo periodo post Lehman Brothers. Riforme finanziarie, summit globale, crisi politica, e migliaia di miliardi di dollari in ballo, tutti gli sforzi devono essere attivati per evitare un nuovo shock gigante a Wall Street. In questa fase la maggior parte dei paesi europei sono in posizione di debolezza economica e hanno meno capacità di iniettare stimoli allo sviluppo. Lo scenario sarebbe lo stesso se un accordo venisse raggiunto dopo il 2 agosto. È la data del default, che segna il futuro. Di buon auspicio non sono certo gli ultimi pareri delle agenzie di rating. S & P assicura che la tripla A degli Stati Uniti che hanno tenuto sin da dopo la prima guerra mondiale è appesa a un filo. Moody's, che per evitare il default, consiglia di togliere il tetto al debito. Agenzie e punteggio a parte sono gli investitori che alla fine si devono fidare di un paese. In caso di mancato raggiungimento di un accordo in tempo (con downgrade minacciato) l'impatto sarà globale. Ma anche se i negoziati avessero successo, se il patto non sarà accompagnato da un piano credibile, la prospettiva di un rafforzamento dell'euro, è data per scontata, cosa che danneggerebbe la competitività dei paesi europei, soprattutto i cosidetti "paesi periferici" cioè Portogallo, Spagna e Irlanda e in parte l'Italia. L'apprezzamento è stimato fino al 10% per cui la caduta del dollaro porterebbe gl'investitori a cercare rifugio nelle materie prime, facendo salire ancora i prezzi delle materie prime petrolio compreso, con uno scenario di forte impatto sociale a livello mondiale per quei paesi che già sono ai limiti della sopravvivenza. Cosa aspettarsi per ora, niente. Il comunicato ufficiale di ieri da parte del Congresso U. S. è stato chiaro: "Non c'è alcun accordo, né pubblico né privato. Non c'è mai stato, e francamente, non siamo vicini ad ottenerlo. Sarà un fine settimana caldo".

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