I giornali e buona parte delle TV pubbliche e private trasmettono in questi giorni le foto di migliaia di pellegrini che da tutto il mondo per qualche settimana si recano a Torino per visitare l’ostentazione della Sindone. Cosa perfettamente leggittima, se tutta la spesa organizzativa fosse a carico della struttura e della gerarchia cattolica del capoluogo piemontese e non anche a carico delle Istituzioni locali. Dai resoconti della Regione Piemonte, dalla Provincia e dal Comune di Torino si apprende che la spesa preventivata a carico di queste istituzioni è di circa 10 milioni di €, quindi soldi pubblici, pagati dai contribuenti, cattolici, laici, non credenti o seguaci di altre confessioni religiose, che non praticano la venerazione di relique, statue e santini. Molte sono le manifestazioni in Italia e nel mondo di pratiche religiose che in qualche modo tentano di rispondere in modo visivo ai bisogni di religione della gente, basta ricordare altre manifestazioni del genere in Italia come la liquefazione del sangue di san Gennaro a Napoli che avviene due volte all’anno o l’ultima traslazione della salma di Padre Pio recentemente riesumata e restaurata. Come laico uno è portato a pensare che in momenti così difficili per il mondo del lavoro, quella cifra potrebbe essere utilizzata a favore dei più bisognosi in mezzo a noi. Come cristiano sono convinto che la fede è qualcosa d’interiore, che deve avere un patrimonio personale di vita e di comportamenti e che l’esibizione o il tocco di qualcosa di materiale non cambia niente e non aumenta la fede. In fondo in tutti i testi sacri delle grandi religioni monoteistiche si parla sempre della Divinità come di un’Entità e non di una immagine.
domenica 2 maggio 2010
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