Il Governo, dopo gli assalti speculativi all’Euro di questi giorni, allo scopo di riportare il deficit/PIL nei parametri di Maastricht, fra i vari tagli alla spesa pubblica, ritorna sul tema delle pensioni e lancia messaggi di possibili ritocchi. In sintesi qui di seguito si riportano i cambiamenti più significati al sistema pensionistico dell’ultimo decennio.
Riforma Amato. Fu il primo intervento significativo effettuato dal governo presieduto dall’on. Amato, realizzato con Decreto Legislativo n. 503 del 30/12/1992, e portò ad un graduale innalzamento dell’età pensionabile e ad un graduale riallineamento delle pensioni del settore pubblico con quello generale.
Riforma Dini. Chiamata “Legge Dini” nr. 335 del 8/8/1995 introdusse una formula di calcolo contributivo per legare l’entità della prestazione all’ammontare dei contributi versati, e alle speranze di vita al momento del pensionamento. Fu il primo passo concreto nell’avvicinamento dei vari regimi pensionistici. Sia la riforma Amato che Dini aprirono la strada alla previdenza complementare in affiancamento alla tutela pubblica.
Riforma Prodi. Legge n. 449 del 27/12/1997 realizzazione quasi completa dell’armonizzazione tra regime pensionistico pubblico e privato.
Riforma Maroni. Con legge n.243 del 23/8/2004. Completamento dell’armonizzazione, introduzione di uno “scalone” di 40 anni di contribuzioni necessaria per l’accesso alla pensione di anzianità e la conferma dell’età di pensionamento per le donne a 60 anni.
Protocollo Welfare. Con legge n.247 del 24/12/2007 vengono applicate alcune variazioni e deleghe, le più importanti sono:
* Stanziamenti di risorse lungo l’arco dei prossimi anni per migliorare lo stato sociale.
* Superamento del cosiddetto “scalone” previsto dalla legge n.233/2004 dalla riforma Maroni.
* Delega al Governo per l’emanazione di un decreto attuativo per la definizione della lista dei lavori usuranti e relativa disciplina per accedere alla pensione di anzianità con un bonus di
Riforma Amato. Fu il primo intervento significativo effettuato dal governo presieduto dall’on. Amato, realizzato con Decreto Legislativo n. 503 del 30/12/1992, e portò ad un graduale innalzamento dell’età pensionabile e ad un graduale riallineamento delle pensioni del settore pubblico con quello generale.
Riforma Dini. Chiamata “Legge Dini” nr. 335 del 8/8/1995 introdusse una formula di calcolo contributivo per legare l’entità della prestazione all’ammontare dei contributi versati, e alle speranze di vita al momento del pensionamento. Fu il primo passo concreto nell’avvicinamento dei vari regimi pensionistici. Sia la riforma Amato che Dini aprirono la strada alla previdenza complementare in affiancamento alla tutela pubblica.
Riforma Prodi. Legge n. 449 del 27/12/1997 realizzazione quasi completa dell’armonizzazione tra regime pensionistico pubblico e privato.
Riforma Maroni. Con legge n.243 del 23/8/2004. Completamento dell’armonizzazione, introduzione di uno “scalone” di 40 anni di contribuzioni necessaria per l’accesso alla pensione di anzianità e la conferma dell’età di pensionamento per le donne a 60 anni.
Protocollo Welfare. Con legge n.247 del 24/12/2007 vengono applicate alcune variazioni e deleghe, le più importanti sono:
* Stanziamenti di risorse lungo l’arco dei prossimi anni per migliorare lo stato sociale.
* Superamento del cosiddetto “scalone” previsto dalla legge n.233/2004 dalla riforma Maroni.
* Delega al Governo per l’emanazione di un decreto attuativo per la definizione della lista dei lavori usuranti e relativa disciplina per accedere alla pensione di anzianità con un bonus di
tre anni, rispetto ai requisiti generali.
* regole più favorevoli per il riscatto della laurea ai fini pensionistici e facilitazioni per la sommatoria dei contributi versati dai lavoratori nelle varie gestioni pensionistiche.
* regole più favorevoli per il riscatto della laurea ai fini pensionistici e facilitazioni per la sommatoria dei contributi versati dai lavoratori nelle varie gestioni pensionistiche.
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