Più i giorni passavano e si avvicinava la scadenza del 15 dicembre, quale termine ultimo per la sanatoria e il rientro dei capitali italiani dall’estero, più aumentavano le fibrillazioni di chi, si pure con qualche sofferenza, desiderava aderire alla sanatoria, perché vedeva aumentare in modo insormontabile il livello delle difficoltà frapposte dei depositari stranieri. Qualche ostacolo vero, infatti esisteva e diventava davvero difficile disinvestire in un mese, quanto investito in fondi, gioielli, immobili, imbarcazioni , quadri etc se non pagando un prezzo veramente eccessivo alla speculazione acquirente.
Alle difficoltà vere si dovevano poi aggiungere la poca disponibilità della finanza straniera a collaborare a questo deflusso di ricchezza verso l’Italia che qualche settimana fa “Plus 24” del Il Sole 24 Ore ipotizzava vicino alla robusta quota di 90 miliardi di euro. No problems. La circolare n. 50/E di lunedì 30 luglio della Agenzia delle Entrate, ha tolto gli italiani dalle ambasce. Entro il 15/12 bisognerà comunque fare la denuncia con una dichiarazione provvisoria, entro il 18/12 il versamento del 5%, anticipando ovviamente i soldi, poi ci sarà tempo un anno, sino al 31/12/2010 per regolarizzare tutto e fare la dichiarazione definitiva. E’ ovvio che chi fa la dichiarazione sarà responsabile del lavoro di rimozione di tutto ciò che nella prima fase ha fatto da ostacolo al completamento entro dicembre di chiusura pratica. Gl’intermediari e le banche che assisteranno i clienti italiani per l’emersione si faranno carico della parte burocratica iniziale e definitiva. Fra le righe sembrano esistere due cuscinetti. Il primo, qualora la cifra del 5% anticipata a dicembre di quest’anno dovesse essere superiore a quanto di spettanza del fisco, gl’intermediari e le banche restituiranno la differenza, il secondo, poiché la circolare non parla dei redditi prodotti nel 2009, la dichiarazione finale dovrà comprendere anche questa. Per cui lo spazio per correzioni d’errori di stima, se non cambiano le cose ci sono. D’altra parte è prassi di non dover dichiarare cespiti di un anno ancora non terminato. Questa apertura, molto appropriata, da parte del fisco italiano, lascerà l’amaro in bocca a quanti operatori stranieri speravano di aver trovato il grimaldello per affossare l’operazione scudo fiscale 2009.
Alle difficoltà vere si dovevano poi aggiungere la poca disponibilità della finanza straniera a collaborare a questo deflusso di ricchezza verso l’Italia che qualche settimana fa “Plus 24” del Il Sole 24 Ore ipotizzava vicino alla robusta quota di 90 miliardi di euro. No problems. La circolare n. 50/E di lunedì 30 luglio della Agenzia delle Entrate, ha tolto gli italiani dalle ambasce. Entro il 15/12 bisognerà comunque fare la denuncia con una dichiarazione provvisoria, entro il 18/12 il versamento del 5%, anticipando ovviamente i soldi, poi ci sarà tempo un anno, sino al 31/12/2010 per regolarizzare tutto e fare la dichiarazione definitiva. E’ ovvio che chi fa la dichiarazione sarà responsabile del lavoro di rimozione di tutto ciò che nella prima fase ha fatto da ostacolo al completamento entro dicembre di chiusura pratica. Gl’intermediari e le banche che assisteranno i clienti italiani per l’emersione si faranno carico della parte burocratica iniziale e definitiva. Fra le righe sembrano esistere due cuscinetti. Il primo, qualora la cifra del 5% anticipata a dicembre di quest’anno dovesse essere superiore a quanto di spettanza del fisco, gl’intermediari e le banche restituiranno la differenza, il secondo, poiché la circolare non parla dei redditi prodotti nel 2009, la dichiarazione finale dovrà comprendere anche questa. Per cui lo spazio per correzioni d’errori di stima, se non cambiano le cose ci sono. D’altra parte è prassi di non dover dichiarare cespiti di un anno ancora non terminato. Questa apertura, molto appropriata, da parte del fisco italiano, lascerà l’amaro in bocca a quanti operatori stranieri speravano di aver trovato il grimaldello per affossare l’operazione scudo fiscale 2009.
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