Incontri megagalattici tra i due paesi. Al vertice romano di questi giorni, erano presenti ben 24 ministri, un vero e proprio summit. D’altra parte la carne al fuoco era tanta e se pure gl’incontri erano confortati da una grande cordialità, la necessità di approfondire i campi d’intervento era ovvia. Bisogna dire che dal 2005 al 2009 l’export italiano verso la Russia è passato da 6.075 mdl di euro al doppio, l’import si prevede che a fine anno arrivi intorno ai 18.500 dagli 11.700 del 2005. L’Italia esporta soprattutto macchine e apparecchi meccanici, quasi il 31% dell’export, prodotti tessili, abbigliamento, mobili, prodotti in cuoio, metalli, macchine elettriche, l’importazione è fatto al 71,2% di petrolio, gas, poi metalli e carbone. Al di là dell’ accordo siglato fra Technimont e Tolbosk-Polymer per uno stabilimento petrochimico da 2 mld di dollari sono le prospettive per i futuri insediamenti in Russia di Aziende italiane che hanno fatto la parte del leone. La realizzazione del grandissimo gasdotto in comune tra Eni e Gazprom denominato SouthStream, la possibile collocazione in quel paese della nascita di un nuovo stabilimento per una vasta gamma di autovetture della nuova azienda Fiat-Chrysler, lo sviluppo dell’intesa tra Finmeccanica e Sukhoi per il Superjet 100, lo sviluppo della Zao Banca Intesa pronta a sostenere gli sviluppi della presenza italiana, la realizzazione che August-Westland sta portando a buon fine con la russa Oboron Prom, per la costruzione in loco di un elicottero sono stati gli accordi messi a fuoco. A questo punto su tutto spicca la scelta di politica industriale del presidente russo di potenziare, nel tempo più rapido possibile lo sviluppo delle Piccole e Medie Industrie. Questo settore, che sotto molto aspetti, se ben organizzato produce anche stabilità nel tessuto economico del paese, secondo i desideri e le scelte del gruppo dirigente russo dovrebbe passare dall’attuale 20/22% del PIL, nel giro di dieci anni ai due terzi dell’intero PIL russo. Da questo punto di vista sarebbe un balzo in avanti eccezionale e lo sforzo per toccare questo traguardo sarà enorme, ma anche l’interscambio fra i nostro due paesi ne trarrebbe un enorme vantaggio.
venerdì 4 dicembre 2009
Italia-Russia. PMI modello da esportare
Incontri megagalattici tra i due paesi. Al vertice romano di questi giorni, erano presenti ben 24 ministri, un vero e proprio summit. D’altra parte la carne al fuoco era tanta e se pure gl’incontri erano confortati da una grande cordialità, la necessità di approfondire i campi d’intervento era ovvia. Bisogna dire che dal 2005 al 2009 l’export italiano verso la Russia è passato da 6.075 mdl di euro al doppio, l’import si prevede che a fine anno arrivi intorno ai 18.500 dagli 11.700 del 2005. L’Italia esporta soprattutto macchine e apparecchi meccanici, quasi il 31% dell’export, prodotti tessili, abbigliamento, mobili, prodotti in cuoio, metalli, macchine elettriche, l’importazione è fatto al 71,2% di petrolio, gas, poi metalli e carbone. Al di là dell’ accordo siglato fra Technimont e Tolbosk-Polymer per uno stabilimento petrochimico da 2 mld di dollari sono le prospettive per i futuri insediamenti in Russia di Aziende italiane che hanno fatto la parte del leone. La realizzazione del grandissimo gasdotto in comune tra Eni e Gazprom denominato SouthStream, la possibile collocazione in quel paese della nascita di un nuovo stabilimento per una vasta gamma di autovetture della nuova azienda Fiat-Chrysler, lo sviluppo dell’intesa tra Finmeccanica e Sukhoi per il Superjet 100, lo sviluppo della Zao Banca Intesa pronta a sostenere gli sviluppi della presenza italiana, la realizzazione che August-Westland sta portando a buon fine con la russa Oboron Prom, per la costruzione in loco di un elicottero sono stati gli accordi messi a fuoco. A questo punto su tutto spicca la scelta di politica industriale del presidente russo di potenziare, nel tempo più rapido possibile lo sviluppo delle Piccole e Medie Industrie. Questo settore, che sotto molto aspetti, se ben organizzato produce anche stabilità nel tessuto economico del paese, secondo i desideri e le scelte del gruppo dirigente russo dovrebbe passare dall’attuale 20/22% del PIL, nel giro di dieci anni ai due terzi dell’intero PIL russo. Da questo punto di vista sarebbe un balzo in avanti eccezionale e lo sforzo per toccare questo traguardo sarà enorme, ma anche l’interscambio fra i nostro due paesi ne trarrebbe un enorme vantaggio.
Pubblicato da economicamente alle 18:21
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