Trento - Al Festival dell'economia di Trento, parlando ieri della crisi dell'Euro, il finanziere George Soros nel suo intervento ha detto che il futuro della moneta dipende dalla Germania. In questi momenti gl'interventi straordinari devono rispettare i Trattati, ed in questi solchi ci sono gli interventi anche della BCE e del Primo Ministro italiano Monti. Gli errori saranno da rivedere in un momento di maggiore calma. Quando anche in Germania, che oggi sembra disponibile a muoversi solo quanto serve per mantenere l'euro e nulla più, le incombenze elettorali saranno meno pressanti.Oggi tutto sembra dipendere dai creditori, dalla Germania di Angela Merkel e dalla Bundesbank. La loro intransigenza sta mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di un proggetto fantastico. Quell'Unione Europea fondata sui principi della società aperta, democratica, pluralista e rispettosa dei diritti umani i cui nodi ora sono venuti al pettine, perché all’integrazione monetaria non ha fatto seguito una vera e propria integrazione politica. I limiti della classe dirigente europea, non sempre illuminata, soprattutto incapace di gestire la crisi dell’Eurozona sono tali da suscitare la recente riprovazione del presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, che venerdì in campagna elettorale nel Minnesota ha tentato di attribuire all’Unione Europea la frenata della crescita mondiale suffragata dal dato preoccupante della disoccupazione americana di nuovo in risalita. Ora i tedeschi non sono disposti a condividere l’eccessivo indebitamento degli altri paesi europei, ma la ricetta, secondo Soros è una sola e non può che adottarla anche la Merkel: un sistema comunitario a copertura dei depositi delle banche per impedire la fuga da capitali dall’area Euro. In alternativa c'è l’implosione dell’Euro per il quale il default della Grecia sarebbe la prima fortissima avvisaglia che non gioverebbe neanche a Berlino perché imporrebbe il ritorno del marco e penalizzerebbe le esportazioni tedesche. Sullo sfondo le politiche di austerity intraprese dai paesi più indebitati, stanno soffocando la crescita per un’imposizione fiscale ormai ampiamente sopra i livelli di guardia,e, così continuando, in autunno la crisi arriverà anche in Germania se non si adotteranno politiche straordinarie per dare respiro ai mercati finanziari.
domenica 3 giugno 2012
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