Moody, l'agenzia di rating americana ha abbassato ieri ancora di due tacche il rating sovrano dell'Italia, riducendolo da A3 a Baa2. L'annuncio ha causato malumori in Italia. "Il rating Moody è completamente ingiustificato e fuorviante, ignora il lavoro svolto dal nostro Paese", ha detto il ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera. Ai primi di luglio, il capo del governo, Mario Monti, ha ribadito che si aspetta un deficit di bilancio pubblico di circa il 2% del PIL quest'anno, contro il 3,9% del 2011. Peter Bofinger, uno dei "cinque saggi", consigliere del governo tedesco in materia economica, in un'intervista al Corriere della Serra di ieri ha dichiarato di ritenere che i costi dei tassi di rifinanziamento in Italia non sono giustificati: "E' difficile capire perché l'Italia, che ha un deficit di bilancio dell'1,7%, deve pagare tassi tra il 6 e il 6,5%, mentre la Gran Bretagna, con un disavanzo del 7,7%, può rifinanziare i suoi prestiti a un tasso del 2%".A differenza di altri paesi periferici d'Europa, l'Italia dovrebbe essere in grado di sostenere il proprio deficit di bilancio entro il 3%, ha dichiarato Jörg Krämer, capo economista di Commerzbank, citato dalle agenzie. Tuttavia il ribasso del rating sovrano d'Italia ha avuto uno scarso impatto sulla vendita di una serie di obbligazioni nella tarda mattinata di venerdì. Il prestito richiesto al mercato era di 3,5 miliardi di euro con scadenza nel 2015, ed è stato quotato sul mercato a 4,65%, inferiore al 5,3% richiesto dagli investitori per un programma simile a giugno.Il tasso che ha superato il 6% di nuovo venerdì, per scadenza a dieci anni in Italia si sta muovendo verso livelli simili a quelli spagnoli, che ieri si sono attestati al 6,7%. Per Stefan Keitel, capo degli investimenti globali di Credit Suisse, durante una recente presentazione sulle prospettive per i mercati ha dichiarato che l'Italia "non ha gli stessi problemi della Spagna o della Grecia". Il paese può contare su un importante centro industriale a nord e il tasso di disoccupazione è la metà di quello della Spagna. Ha aggiunto che attualmente i titoli a dieci anni degli Stati Uniti e della Germania sono attualmente sopravvalutati. Nel mese di maggio, il tasso di disoccupazione era pari al 10,1% in Italia, contro il 10,3% nell'UE. Era pari al 24,4% in Spagna e 22,5% in Grecia. Il deficit dell'Italia, raggiungerà il 2% quest'anno e rimane molto inferiore a quello della Spagna, dove dovrebbe essere ridotto al 5,3%, contro l' 8,5% nel 2011. Eppure, l'Italia non può permettersi alcuna differenza, date le dimensioni del suo debito, che rappresentano il 126% del PIL nel 2012, secondo il FMI. Più dell'Irlanda (116%), del Portogallo (114%) o della Francia (90%). In questo contesto, qualsiasi cattiva notizia può preoccupare gl'investitori, come nel caso di giovedì con la pubblicazione dei dati relativi alla produzione industriale -6,9% a maggio in Italia.
sabato 14 luglio 2012
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