Emozioni, politiche monetaria, finanza, quali strumenti vengono utilizzati per prevedere il futuro prezzo dell'oro che scende invece di proteggere l'investitore? Ai primi di marzo, l'oro veniva scambiato a oltre 1700 dollari in asta, ma c'era già chi prevedeva che sarebbe andato a 1400 dollari l'oncia e anche più giù. Questo declino è, tuttavia, graduale e ordinato. L'oro è visto ancora come un rifugio e non come una trappola della liquidità. Per il momento, l'oro non è più sotto le tensioni che hanno scosso i mercati, la caduta violenta può ancora arrivare, anche se qualcuno pensa che possa avere invece un enorme aumento: quali strumenti scegliere per tentare di prevedere il prossimo movimento?
- Valutare il mercato senza particolari emozioni. Ricordarsi con calma e filosofia: che l'oro è inutile, non protegge dai rischi, rappresenta il blocco di una liquidità e per questo è un rifugio. Inoltre è qualcosa che si tocca, funziona per secoli. Questa volta, però, i rischi sono diventati pericoli, non sono da sottovalutare perchè a partire dall'estate del 2011 l'oro va giù.La calma e la filosofia sono gli strumenti che danno risultati incerti nel breve termine.
- Oscillazioni cicliche: geografia e valutazioni attraverso l'ottica di elezioni. Fuori dall'Europa, secondo alcuni analisti di fondi, l'oro attende l'elezioni negli Stati Uniti. Se Obama vince, è nuovamente in aumento e cala in caso di elezione di Romney. Sono pochi a credere che gli effetti del gas scisto negli Stati Uniti rappresentano una re-industrializzazione come nessuno crede che l'annuncio di un terzo "quantitative easing" della Federal Reserve possa arrivare presto.Fuori dagli Stati Uniti, le previsioni sull'oro sono legati alla geografia degli investitori. Le loro scelte d'investimento, ottimistiche tra l'oro o altri beni e viceversa, e pessimiste, tra oro o altro male, sono legati alla loro valuta originaria. I risultati sono diversi a secondo di chi sono i pessimisti o gli ottimisti. Ci sono la Cina, il Brasile e l'India. Poi bisogna valutare la loro posizione in rupie d'oro, reale, yuan e rublo. Dal settembre 2011, espresso in rupie, il prezzo dell'oro è aumentato dell'1%, mentre ha perso il 2% rispeto al reale, 12% e 27% rispettivamente in rubli yuan.
- Per alcuni gestori finanziari di fondi europei l'oro va giù perché si è alzato troppo il "quantitative easing" americano (QE) e di rifinanziamento a lungo termine europeo (ORLT). Quando questi effetti tranquillanti finiranno bisogna vedeve cosa succede.
- Per i prossimi fallimenti portoghese e spagnolo: alcuni comprano oro. Difficile fissare una data per questi fallimenti.
- Una volta che l'inflazione creata dalla ORLT e QE ci sarà: vale la pena comprare oro. Qualcuno pensa che questi segnali ci sono già.
- La frenata di acquisti degli indiani non si vedono nel prezzo. Se questi acquisti hanno ripreso dopo l'annullamento di nuove tasse sull'oro indiano, non hanno frenato la caduta dei prezzi espressi in dollari.
- Infine, dal marzo 2009, lo Stoxx 50 è salito del 50%, il CAC 40 è aumentato del 20% e l'oro è aumentato del 70%. Il confronto è ovviamente meno lusinghiero con il Dow Jones cresciuto dell'85% rispetto allo stesso periodo, Sao Paulo e Mosca dal 90% al 92%.
- Naturalmente, l'Europa e il mondo si aspettano dalle elezioni greche del 17 giugno un referendum chiaro: euro, sì o no le riforme oppure no. Se il voto sarà positivo: l'oro farà crack ... ma non la Grecia.
Se sono a scapito della nostra moneta unica, le ipotesi di un aumento dell'oro confermano l'assenza di una unione fiscale, una legittima autorità monetaria ... Al contrario, l'oro perde la sua lucentezza se e solo l'addio ai Greci è immediatamente integrato da un inasprimento dei criteri che dettano ai paesi dell'Eurozona le regole per stare insieme, in modo da dare suito regole comuni ad un'economia di cui la nostra moneta è un orfana. Ancora meglio se ci porta a una rinascita europea incentrata sul lavoro industriale. Il rilancio delle energie pulite ci aiuterebbe a recuperare l'indipendenza dall'energia prodotta con minerali, come mostrato in Rare Earth Elements.Queste brevi osservazioni rivelano solo alcune tracce, ed è per questo che l'atterraggio morbido dell'oro verso il target previsto a marzo di 1.200/1.400 dollari sembra avverarsi. In effetti, le banche attive sino a poco tempo fa sul mercato per l'oro fisico, da un estremo all'altro, sono orientate ad abbassare le loro previsioni sui prezzi 2012-2013. Alcune anzi stanno considerando che i prezzi possano incamminarsi verso un incontrollabile forte calo.
giovedì 31 maggio 2012
L'oro affonda, ma non la Grecia
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mercoledì 30 maggio 2012
La BCE rigetta il piano di salvataggio per la spagnola Bankia
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martedì 29 maggio 2012
La Spagna non tranquillizza i propri creditori
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lunedì 28 maggio 2012
L'IPO su Facebook è stato un fiasco
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domenica 27 maggio 2012
Capitali svizzeri verso la Germania?
Recentemente l'edizione svizzera dell'Handelszeitung ha pubblicato un'inchiesta fatta da un giornalista che spacciandosi per un imprenditore svizzero,avrebbe voluto depositare presso istituti finanziari tedeschi 100mila franchi non dichiarati al fisco elvetico.Da questa inchiesta emergerebbe che le banche tedesche accetterebbero, senza farsi troppi problemi, fondi neri provenienti dalla Svizzera. Come scrive il Tages-Anzeiger uno degli autori dell'articolo dell'Handelszeitung si è spacciato, al di là del Reno, imprenditore svizzero intenzionato a depositare in una banca tedesca 100mila franchi svizzeri provenienti da un paradisco fiscale dei Caraibi. Ovunque egli sia entrato, Commerzbank, Deutsche Bank, Hypovereinsbank, Cassa di risparmio o Banca Popolare che siano, tutti avrebbero accettato senza problemi la suddetta somma. Neppure presso la Baden-Württembergische Bank, una consorella della banca di Stato del Land del Baden-Württemberg, si sarebbero tirati indietro. "Né l'Ufficio della finanza tedesco né le autorità svizzere si interesserebbe della natura di questo denaro" ha spiegato una dipendente della BW, in quanto non "è compito della banca verificare la situazione fiscale dei clienti". "Da voi in Svizzera funziona in altro modo" - Dichiarazioni che fanno a pugni con la posizione del governo rosso-verde del Baden-Württemberg, che combatte l'accordo fiscale tedesco-svizzero, ritenendolo un regalo agli evasori tedeschi che hanno depositato i loro averi in Svizzera. E se in Svizzera gli istituti finanziari si stanno adeguando a quella che è stata chiamata "la strategia del denaro pulito", in Germania predominerebbe l'indifferenza, almeno stando a quanto si legge sull'Handelszeitung. Un consulente della Hypovereinsbank avrebbe detto al giornalista spacciatosi per imprenditore svizzero evasore: "Da voi in Svizzera funziona in altro modo, mentre da noi non ci si pone ancora questo problema".La consulente di un non precisato istituto tedesco ha affermato che l'affluenza di nuovi clienti in Germania è enorme, e il 90% di essi proverrebbero dalla Svizzera. Dall'introduzione nell'estate del 2011 del cambio fisso di 1,20 tra franco ed euro, per i clienti bancari svizzeri nell'UE è svanito il rischio valutario e di conseguenza sarebbe diventato ancora più attraente aprire un conto in Germania. Almeno mezzo miliardo di euro sono i capitali in fuga dalla Svizzera verso la Germania - La Handelszeitung stima che i denari depositati presso le filiali tedesche al di là del Reno ammonterebbero ad almeno mezzo miliardo di euro. Una somma che per la maggior parte sarebbe non in regola con il fisco.Le banche tedesche hanno dichiarato: "Da noi tutto in regola" - La Handelszeitung si è poi rivolta ai portavoce delle banche tedesche interessate dall'inchiesta. Ebbene, ufficialmente, gli istituti tedeschi non accettano fondi non dichiarati al fisco è stato detto presso la Cassa di Risparmio dell'Alto Reno (Sparkasse Hochrhein). "Non apriamo nessun conto a quei clienti che non sono in regola con il fisco" è stato assicurato alla Commerzbank. "Il diritto tedesco è in sintonia con le direttive europee - ha spiegato un portavoce delle Banche Popolari-Raiffeisen tedesche - e prevede regole di base da rispettare nel caso in cui un cliente decide di aprire un conto presso banche tedesche, tra cui l'identificazione del partner contrattuale e l'obbligo di segnalare, in rispetto della legge sul riciclaggio di denaro, i casi in cui vi siano sospetti di fondi non in regola con il fisco". Alla BW Bank esisterebbero delle istruzioni interne non soltanto in materia di fondi neri, bensì anche per quanto riguarda l'identificazione dei clienti, del trasferimento di denaro e sulla tematica del riciclaggio di denaro, ha precisato un portavoce della Hypovereinsbank. "La nostra banca tratta i dati dei clienti secondo le indicazioni date dalla legge sul riciclaggio. Noi interroghiamo il cliente anche sui motivi dell'apertura del conto e chiediamo di spiegare l'origine e lo scopo di questi fondi.La Svizzera non è in grado di combattere l'espatrio di fondi svizzeri all'estero - Come osserva il Tages-Anzeiger, alla Svizzera mancano gli strumenti necessari per dare la caccia agli evasori svizzeri. Anche perché l'evasione di per sé è non è considerato un reato penale, bensì amministrativo e quindi il segreto bancario deve valere anche in quel caso. Viste le premesse non è neppure possibile per la Svizzera rivolgersi all'estero per assistenza in ambito investigativo. Un ulteriore ragione, questa, che spiega l'aumento di svizzeri che affidano i propri denari agli sportelli delle banche oltre il Reno.
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sabato 26 maggio 2012
All'UE occorre un salto federale
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venerdì 25 maggio 2012
Un fondo per investire in vini pregiati
E'in questo contesto che gli Uzès finanziari annunciano il lancio del primo fondo di investimento collettivo (FCP) specializzato in vini che sono stati approvati dalla AMF, chiamato Uzes Grands Crus. L'obiettivo di questo fondo è quello di raccogliere tra i 10 ei 20 milioni di euro che saranno investiti soprattutto nelle grandi annate di vini di Bordeaux, di Borgogna, e in misura minore, nella Valle del Rodano e in Italia. Le bottiglie verranno poi memorizzate in un magazzino a Ginevra, e rivendute dal team di gestione del fondo al momento opportuno. Con l'iscrizione al fondo di Uzès Grands Crus, si possiedono azioni di vini. Ma non si aprono le bottiglie. Durante il periodo di detenzione, queste bottiglie vengono accatastate in un magazzino a Ginevra Freeport. E se si decide di lasciare il fondo, non sarà possibile ottenere il vino, ma l'importo corrispondente al valore delle azioni al momento del ritiro. Ma nulla impedisce di acquistare altri vini, se si vuole realizzato una plusvalenza. L'obiettivo dichiarato è quello di offrire ai clienti una performance almeno sopra l'avena 5 anni (attualmente intorno al 1,7%). Ma in realtà i grandi vini si sono apprezzati mediamente del 10% negli ultimi anni. La tendenza dovrebbe proseguire nei prossimi anni, secondo Uzès finanziari. "I corsi sono supportati dal fatto che i grandi vini sono finalmente consumati, per cui vi è una scarsità di offerta rispetto alla domanda. Inoltre, il consumo di vini pregiati rimane forte nei mercati emergenti, in particolare in Cina. Il mercato si sviluppera un giorno in India, ma ora è soffocato da un muro di tasse, secondo quanto ha dichiarato Hugh Lapauw, analista ed enologo per il fondo.
Le condizioni di vendita del nuovo fondo sono:
-La quota d'ingresso di un minimo di 30.000 euro (sei parti di 5.000 euro). I gestori si aspettano di mettere in cassa da 0,5 a 1 milione di euro. Per informazioni, il prezzo medio di un grande vino del fondo varrà da una valutazione di circa 300 euro.
-Non è possibile recuperare i risparmi in qualsiasi momento. L'investimento iniziale sarà inizialmente bloccato per un anno. Quindi, solo una uscita parziale è possibile. È possibile vendere un massimo del 20% della puntata iniziale di un anno. Quindi non si può uscire completamente fuori dal fondo prima di sei anni. Queste uscite sono parziali e accompagnate da oneri di riscatto.
- I costi operativi sono piuttosto alti. Ci vorranno più del 4% dell'investimento iniziale e poi un 3,5% di commissione per la gestione annuale. Inoltre, il fondo mantiene una commissione del 25% sulla rivalutazione oltre che del suo benchmark, anche sull'avena a 5 anni.
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giovedì 24 maggio 2012
Vaduz non sarà più un paradiso fiscale
Il capo del governo del principato, Klaus Tschütscher, dalla sua entrata in funzione, nel febbraio 2009, ha perseguito una politica di cooperazione internazionale in materia fiscale. Egli ha affermato in un'intervista pubblicata oggi dalla Reuters "Il Liechtenstein era un'oasi fiscale, oggi è un'oasi di stabilità" . Nella concorrenza tra le banche nel mercato finanziario oggi quelle del Principato del Liechtenstein sentono di potercela fare anche senza dover far capo al denaro degli evasori. Esse hanno buone carte da giocare sullo scenario internazionale, ne è convinto il capo del governo. Proprio la stabilità,politica ed economica, è la carta su cui ha puntato il piccolo stato per attirare capitali: finiti quindi i tempi in cui tutto ruotava intorno al segreto bancario. Vaduz intende fare a meno di modelli d'affari che servono ad aggirare le tasse: sono troppo rischiosi, continua il politico. Un ritorno a vecchie consuetudini è quindi escluso. Per il capo del governo il processo di trasformazione in atto potrebbe portare a un consolidamento nel ramo. "Si dovrà collaborare", sintetizza Tschütscher, che non esclude nemmeno che qualcosa possa muoversi fra i tre principali istituti, LGT Bank, Liechtensteinische Landesbank e VP Bank. Prioritaria, per il Principato, è ora una regolamentazione del denaro in nero che si trova in Liechtenstein da tempo. Un accordo con la Gran Bretagna c'è già, mentre per quanto riguarda Germania e Austria Vaduz vuole seguire le orme di Berna. E contatti sono in corso anche con Francia, Stati Uniti e Italia.
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mercoledì 23 maggio 2012
Nissan ha scelto la Spagna per la sua seconda auto elettrica
Dopo aver assegnato allo stabilimento in Gran Bretagna l'assemblaggio della Leaf per l'Europa, la casa giapponese ha assegnato al suo stabilimento di Barcellona, la fabricazione della NV200, una piccola utilitaria elettrica.
All'inizio del gioco è quello di anticipare ciò che il sito accanto di una casa automobilistica europea vuole fare per preparsi ad assorbire un eccesso di capacità, Nissan ha dato la sua risposta mercoledì: non sarà il suo impianto di assemblaggio a Barcellona.Anche se questo sito urbano acquistato nei primi anni del 1980 non ha grandi volumi di produzione (139.000 veicoli prodotti l'anno scorso, in crescita del 52% rispetto al 2010), oggi mercoledì ha ricevuto una seria garanzia per il futuro assegnando la fabbricazione della versione elettrica al 100% di una piccola utilità, NV200. Un veicolo tecnologicamente equivalente, anche se leggermente più grande, della elettrica Renault Kangoo che sarà costruita negli impianti di Maubeuge. L'e-NV 200, promessa a Barcellona per il primo trimestre del 2014, sarà il secondo modello elettrico assegnato dalla Nissan in Europa, dopo la berlina Leaf che debutterà nel nord industriale dell'Inghilterra nei primi mesi del 2013. Nel contesto di recessione economica spagnola, l'annuncio è stato salutato come una risposta alle richieste delle autorità locali, anche se l'investimento (100 milioni) e i nuovi posti di lavoro (700) sono modesti. Soprattutto perché è la seconda notizia buona per Barcellona, dopo l'assegnazione della nuova vettura che sostituirà la Navara pick-up anche nel 2014.Il gruppo giapponese spera di produrre 20.000 furgoni elettrici e-NV 200 all'anno, e potrebbe trovare un'opportunità di crescita con la città di New York per la sua versione passeggeri, se dovesse andare a buon fine un grosso contratto per la fornitura di taxi del futuro per la Grande Mela, Nissan prevede di iniziare la fornitura con NV200 benzina tradizionale prodotta in Messico. La progressione logica sarebbe quella di vedere le "yellow cabs" fabricate in Catalogna.Tutta la questione è se i programmi elettrici non sono un miraggio. Nissan ha venduto per ora poco più di 2.500 Leaf in Europa, un modello molto costoso perché ora è importata dal Giappone. Nel frattempo, Barcellona dovrebbe perdere gran parte della sua produzione di veicoli caratterizzati da un piccolo furgone che lì è costruito dal 2002 in tre versioni differenti: Renault Trafic, Nissan Primastar e Opel Vivaro. Questo veicolo ha rappresentato l'anno scorso il lavoro più importante della fabbrica catalana, pari a 70.000 unità su 140.000. Renault ha già annunciato che avrebbe trasferito nel 2013 l'assemblaggio della prossima generazione di vetture a Sandouville, per compensare la partenza della Laguna ed dell'Espace.
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martedì 22 maggio 2012
Portogallo: sotto esame da parte dei creditori in un contesto di crisi greca
Lisbona - I rappresentanti dei creditori del Portogallo, oggi martedì, hanno iniziato una nuova valutazione dell'attuazione del piano di aiuti di 78 miliardi di euro da quando la crisi greca ha sollevato timori di un possibile contagio. Il rischio di un'uscita di Atene dalla zona euro, ha influenzato le discussioni che devono durare due settimane tra le autorità portoghesi e la "troika" (UE-BCE-FMI) dei donatori. Nessun piano specifico viene preso in considerazione per proteggere il Portogallo da un contagio greco, ha detto il ministro dell'Economia portoghese, Alvaro Pereira Santos, che ha sottolineato che l'obiettivo del Paese è quello di "recuperare la credibilità perduta" e, ad eccezione della Grecia, e di affrontare i suoi creditori. "Non è nell'attuazione del programma intero e, in primo luogo, delle riforme strutturali che possiamo vincere di nuovo e ritrovare la credibilità che abbiamo perso", ha detto il ministro.Tuttavia, un'uscita della Grecia può provocare un aumento di sfiducia verso il Portogallo, un altro "anello debole" nella zona euro e complicare il suo ritorno sul mercato, prevista per settembre 2013. Le tre precedenti valutazioni della troika hanno portato buoni voti. I creditori hanno ritenuto che le riforme, tra cui la liberalizzazione del mercato del lavoro, aveva posto il Portogallo "in pista" nonostante "serie sfide". Ma il nuovo test arriva in un clima offuscato da un aumento senza precedenti del tasso di disoccupazione che ora è a quasi il 15%. Esso supera il 36% tra i giovani, che sempre più lasciano il paese per tentare la fortuna all'estero. Tale aumento può pesare sul deficit a causa di un aumento inatteso delle spese per indennità. Nel frattempo, le misure di austerità che hanno rafforzaro la recessione, secondo le previsioni ufficiali dovrebbero far scendere quest'anno l'economia del 3,3% del PIL. Il governo di centrodestra del primo ministro Pedro Passos Coelho considera l'esportazioni, che nel mese di aprile sono aumentati dell'8,3% anno su anno, come il principale motore dell'economia. Ma il ritmo rischia di rallentare perchè la Spagna, il principale partner commerciale del Portogallo, è entrata in recessione e l'attività economica dovrebbe diminuire in tutta l'area dell'euro, secondo le ultime previsioni OCSE. Nelle valutazioni precedenti la Troika ha accolto con favore il "consenso politico" che c'è nel paese per l'attuazione del piano di adeguamento, sostenuto dal Partito socialista quando l'assistenza è stato concessa un anno fa. Ma, incoraggiato dalla vittoria alla presidenza francese del socialista Francois Hollande che vuole aggiungere una componente europea al patto fiscale della crescita, il leader del Partito socialista del Portogallo, Jose Antonio Seguro, ha amplificato la sua campagna nella stessa direzione. Ha ricevuto l'inatteso sostegno del presidente Anibal Cavaco Silva, che spera che le misure per la crescita e l'occupazione completino il rigore, finora la massima priorità del governo. I socialisti intendono presentare al Parlamento, domani mercoledì, un "protocollo aggiuntivo" al patto fiscale europeo, che il Portogallo ha ratificato a metà aprile. Un rifiuto può assestare un duro colpo al "consenso politico", tanto apprezzato dai creditori del paese. Il rilascio di una nuova tranche di 4 miliardi di euro dipende da una buona relazione della nuova troika. Il Portogallo ha già ricevuto dai suoi finanziatori circa 53 miliardi di euro, quasi il 70% degli aiuti complessivi.
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Fitch abbassa il rating del Giappone di due gradini
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Azioni Facebook perdono 11%, il primo giorno di quotazione
"Al momento non si vive tranquillamente", ha detto Frank Lesh, analista futures e broker di FuturePath Trading LLC a Chicago, aggiungendo che alcune persone potrebbero aver deciso di fare un passo indietro per acquistare azioni ad un prezzo in discesa. Il calo del prezzo delle azioni di Facebook ha cancellato più di 11 miliardi di dollari della capitalizzazione di mercato della società - ed è diventato una storia sufficientemente interessante della cultura pop che ha anche ottenuti pettegolezzi sul sito TMZ che ne ha fatto un breve articolo lunedì mattina. Il volume di transazioni è stato ancora enorme stamane, con quasi 168 milioni azioni passate di mano, che lo rende di gran lunga la partita più attiva sul mercato statunitense. Quasi 581 milioni parti sono state scambiate venerdì. Il calo, ad un certo momento è stato così forte che gli interruttori sono stati bloccati per pochi minuti dopo l'apertura per limitare le vendite allo scoperto di azioni, secondo un avviso dal Nasdaq. Una delle cose che si è visto con Facebook sa tanto di trading emozionale, nel senso che durante il fine settimana gran parte della copertura mediatica è stata negativa, e questo potrebbe aver pesato sulle decisioni degli investitori di uscire dallo stock", ha detto JJ Kinahan, capo stratega TD Ameritrade di derivati. A metà pomeriggio di lunedì, però, vi sono state indicazioni che gli investitori potrebbero essere di ritorno su Facebook.
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domenica 20 maggio 2012
Bruxelles invierà a Madrid funzionari di Eurostat
Alcuni esperti dell'ufficio statistiche dell' UE si recheranno a Madrid la prossima settimana per cercare di chiarire le vere ragioni della deviazione dei conti spagnoli. L'intervento morbido delle istituzioni europee e del Fondo monetario internazionale (FMI) non si fermerà alla scoperta dei buchi nell'economia della Spagna. La grana ultima a saltare fuori, in Spagna, è stata la deviazione ulteriore del deficit di quattro decimi salita all' 8,9% di quello che era un iniziale 6% e sembrava essersi fermato all' 8,5%. A sorpresa Bruxelles invierà ispettori a Madrid per chiarire all'Eurostat "senza ritardo", se questa deviazione può essere considerata ancora una volta l'ultima parola sul vero stato dei conti spagnoli. La preoccupazione espressa da un portavoce, riguarda l'impostazione nel livello inferiore di governo [cioè, le comunità autonome] se può essere considerata esaustiva, dopo le comunicazioni ultimamente effettuate o c'è da aspettarsi altre sorprese. Eurostat ha certificato il 23 aprile la cifra dell'8,5% del disavanzo per il 2011, quale risultato della visita di due missioni in tre settimane di marzo per determinare la qualità dei conti. La Commissione ha avuto fiducia nella Spagna, e nei suoi sforzi di disciplina di bilancio con tagli previsti di 18 miliardi di €, lo scorso venerdì, poche ore prima che una nuova comunicazione facesse apparire il nuovo aumento del deficit, una fonte ha rivelato che le Comunità autonome (le regioni) si erano impegnate a rispettare il tetto del 6,4 % che avrebbe dovuto essere il target massimo in questo 2012 e che poteva essere ritoccato al ribasso di un decimo. Ora la fiducia si è interrotta. La nuova visita dell'Eurostat, l'Istituto Nazionale di Statistica è il penultimo di una serie di audit esterni dei conti spagnoli, per i quali sono interessati anche il FMI e la BCE, in aggiunta al Consiglio dell'ECOFIN, i ministri delle Finanze della UE. In realtà, la BCE è la controllante - "interesse mostrato" nelle parole del ministro dell'Economia, Luis de Guindos in un audit delle banche spagnole, ha dichiarato che il governo avrà due fasi: una prova di stress nel mese di maggio e quindi una dettagliata analisi dei bilanci. Il governo di Mariano Rajoy ha sapere ieri attraverso una nota che lo scostamento rispetto al dato ufficiale del 8,5% inviato alla Commissione nel marzo è dovuto principalmente all'aumento del disavanzo della Comunità di Madrid, due volte come pubblicizzato, e Valencia. In misura minore, hanno contribuito Andalucia e Castilla y Leon. Nel frattempo, la possibilità di un salvataggio di banche spagnole, come ieri ha suggerito il presidente francese, François Hollande, è finora in aria. Nel secondo giorno del vertice G-8, tenuto questo sabato, il leader francese ha fatto presente che nulla si è detto sulla ricapitalizzazione delle banche spagnole perché non era la sede appropriata per farlo. Il Ministro dell'Economia e della competitività, Luis de Guindos, ha minimizzato il nuovo deficit e le deviazioni nei rendimenti di attribuire alla nuova situazione di disavanzo quale eredità del governo socialista.
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sabato 19 maggio 2012
Citigroup: la BCE dovrebbe iniettare altri 800 miliardi di euro se la Grecia esce
D'altra parte, alcuni economisti ritengono che una uscita isolata della Grecia dall'area dell'euro, che secondo gli analisti di Citi ha una probabilità tra il 50% e il 75%, sarebbe "gestibile" per le banche europee sapendo che l'esposizione del paese ammonta a 410 miliardi di euro. Tuttavia, si afferma che circa il 87% di questa esposizione, circa 360 miliardi di euro, sono di pertinenza del settore pubblico, di cui 173 miliardi detenuti dalla BCE e 183 miliardi di euro nelle mani del fondo di salvataggio, della UE e del FMI. L'esposizione del settore privato, stimato in 15 miliardi di euro è a carico di Crédit Agricole, Société Générale, Banca di Cipro. Privati che hanno fondi presso le filiali o succursali nel paese, hanno sofferenze per un ammontare di 6 miliardi di euro, 19 miliardi di euro sono le sofferenze per le imprese europee e 14 miliardi di euro per altri investitori.
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venerdì 18 maggio 2012
Negli USA si teme ancora una bolla in Borsa
Due settimane fa, l'economista di Harvard Martin Feldstein ha dichiarato che nell'economia USA c'è ancora una bolla, e ora sostiene che la bolla non è completamente scoppiata. Essa è alimentata dall'accomodante politica monetaria della Federal Reserve che mantiene da lungo tempo i tassi d'interesse ai minimi storici, dice Feldstein Yahoo. Un pò il mercato azionario si è sgonfiato come si vede dalla lettura dello Standard & Poor 500 Index in questi giorni ed è in continua discesa. L'ex capo del Council of Economic Advisers sotto il presidente Ronald Reagan, ha dichiarato che con questa continua discesa è improbabile che la FED implementi un terzo round di quantitative easing. Mentre le passate easing della Fed hanno spinto i tassi d'interesse giù e i prezzi delle azioni in su, ma non hanno avuto un grande impatto sull'economia reale, dice Feldstein. Dopo averci provato due volte e non esserci riusciti, è chiaro che non c'è alcun motivo di farlo di nuovo."Il risultato è uno sgonfiamento delle quotazione del mercato azionario", dice Feldstein. È d'accordo con il presidente della Fed, Ben Bernanke che è la politica fiscale che deve affrontare ora la situazione, ma Feldstein vede poche possibilità che il Congresso si occupi degli "scogli fiscali" prima delle elezioni. Anche altri economisti sono preoccupati per gli aumenti fiscali e i tagli alle spese attualmente in programma per il prossimo anno. Secondo David Rosenberg, economista capo di Gluskin Sheff, in una intervista al New York Times ha dichiarato che se questa austerità fiscale non viene ridotta, l'economia cadrà presto in recessione.
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giovedì 17 maggio 2012
La Spagna paga di più per finanziare il suo debito
La Spagna oggi ha venduto titoli per 2.494 miliardi di euro con scadenze a 3 o 4 anni pagando tassi d'interesse in forte aumento, mentre il paese è considerato debole in relazione alle tensioni dell'Eurozona create dalla situazione greca. Il tasso proposto ha tre riferimenti che vanno dal 4,375% al 5,106%, molto più che nelle precedenti emissioni simili (dal 2,89% all' 4,037%), secondo una dichiarazione della Banca di Spagna, anche se la richiesta è stata significativa (7,4 miliardi). Questo problema deve essere considerato "come un indicatore del contagio che tutti ora temono per il resto della zona euro. Nelle ultime settimane, in Spagna si è sollevata ancora una volta una grande preoccupazione tra gli investitori. Sono in dubbio le sue capacità di ridurre il deficit pubblico, mentre Madrid deve aiutare le regioni e il settore bancario, indebolito dallo scoppio della bolla immobiliare del 2008.La tensione sta crescendo di livello dai giorni scorsi, in un clima generale di paura per l'esclusione prematura della Grecia dalla zona euro, che potrebbe colpire in particolare i paesi periferici come la Spagna. La cartina di tornasole di queste preoccupazioni, è il premio di rischio spagnolo (vale a dire il costo aggiuntivo da pagare da parte della Spagna per prendere soldi in prestito a 10 anni rispetto al Bund tedesco, considerato come riferimento) che ieri mercoledì ha raggiunto un nuovo record a 507 punti. Nella tarda mattinata di oggi, è sempre rimasto ad un livello elevato (479.6 punti), con un tasso spagnolo ancora sopra la soglia simbolica del 6% (6,258%). La Borsa di Madrid è rimasta orientata verso il basso, dopo aver chiuso mercoledì al suo livello più basso dal giugno 2003. All'01:50 di oggi, l'indice Ibex-35 era a -2,55 %.
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martedì 15 maggio 2012
Il Sandwich compie 250 anni
Domenica scorsa nella città di Sandwich, a sud-est dell'Inghilterra, si è celebrato il 250 ° anniversario della nascita del famoso spuntino che, da allora, ha fatto il giro del mondo. Un semplice incontro di abitudini culinarie con la necessità degli abitanti delle città di fare tutto in fretta che ha avuto un grande successo. In italia il panino rappresenta un mercato di 4 miliardi di euro, in Francia di 6,62 miliardi di euro. Il 60% della forza lavoro lo mangia a pranzo. Quasi il 50% (1 milione di panini si consumano ogni giorno in Italia il 30% contengono prosciutto. Secondo la leggenda, quindi, il conte John Montagu, un imperterrito giocatore chiese una fetta di carne tra due fette di pane tostato al fine di continuare senza interrompere il suo giocare a carte. Un'idea che è stata emulata la sera stessa da altri giocatori. Gli ospiti hanno chiesto "lo stesso Sandwich", lanciando gli snack per i posteri. Da lì ha preso il nome di panino del "conte di Sandwich" poi ristrettosi semplicente a Sandwich.
Quest'anno, domenica 15 maggio per l'anniversario c'è stato in programma un concorso per il miglior panino e concerti di musica del tempo in onore del Conte. Poi sono stati disponibili per la degustazione anche panini e baguette dalla città gemella di Honfleur, Francia. Tuttavia, gli storici sono scettici circa l'origine del panino, che dicono che risalga ben oltre il Settecento, ma questo non ha impedito alla città di festeggiare il suo eroe locale.
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lunedì 14 maggio 2012
Banche pronte ad una nuova moneta greca
In tutto il mondo le banche sono pronte ad iniziare eventualmente a fare trading con una nuova moneta greca. Alcune non hanno mai cancellato la dracma dai loro sistemi informativi, dopo che la Grecia ha adottato l'euro più di dieci anni fa e sarebbero pronte, schiacciando un bottone, a ritornare indietro se i problemi di debito costringessero il paese a utilizzare banconote e monete nazionali. Dalla fine dell'Unione Sovietica - che ha generato valute come la corona estone e il Tenge kazako - l'introduzione dell'euro, le banche hanno fatto molta pratica nel preparare i loro sistemi ad affrontare cambiamenti. La pianificazione dietro le quinte è in corso dalla crisi del debito in Europa scoppiata in Grecia nel 2009, ha detto lo statunitense Hartmut Grossman dei Consulenti di rischio ICS che collabora con le banche di Wall Street. "Molte delle imprese, in Europa e in USA, sono state a guardare per lungo tempo", ha detto Grossman, "ma la pianificazione di emergenza in tutte le istituzioni finanziarie non si sono mai fermate e d'altronde che la Grecia possa lasciare la zona euro non è una idea nuova". Sia l'UE che la Grecia dichiarano che vogliono mantenere l'euro come moneta comune, ma in Grecia i partiti vincenti alle elezioni di domenica scorsa si oppongono alle regole di salvataggio imposte dall'UE e dal FMI.Mentre il pacchetto di aiuti UE /FMI è arrivato al prezzo di dure misure di austerità, ed è stato raggiunto solo dopo una lunga contrattazione tra le banche e i politici su una riduzione di € 100 miliardi di debito.L'accordo ha evitato una catastrofe finanziaria nel mercato, consentendo alla Grecia di continuare a ripagare i propri debiti ridotti, gli eventuali problemi futuri potrebbe essere ancora più problematici, se Atene non gestirà il processo in modo più o meno ordinato.Una fuori-uscita greca dell'euro creerebbe problemi giuridici e pratici per le banche che minimizzano il lavoro relativamente alla semplice tecnica di trattare una nuova valuta.
Lo scenario possibile
La Grecia dovrebbe quasi certamente imporre controlli valutari se dovesse abbandonare l'euro, hanno dichiarato i banchieri, che si occupano di un possibile ingresso di una nuova moneta."Scrivanie Forex possono essere pronte in tempi relativamente brevi. Dipende esattamente da come avverrà l'uscita dell'euro", ha detto Lewis O'Donald, Chief Risk Officer alla banca d'investimento giapponese Nomura, con sede a Londra.Le valute che non sono liberamente negoziabili, come ad esempio lo yuan cinese, possono ampiamente seguire la situazione in off-shore sui mercati dei cambi attraverso l'utilizzo di strumenti derivati, come la non-deliverable forward, NDF. Il problema potrebbe essere più grande per le banche della zona euro che hanno bisogno di denaro per gli individui o le imprese che operano in Grecia. Come affrontare il problema del tasso di cambio da utilizzare, se prima non si conoscono le leggi che Atene potrebbe redigere per il commercio della sua moneta. Se la Grecia fosse costretta un tasso di cambio, per esempio, di un euro per una nuova dracma, questo tasso potrebbe imporre enormi perdite alle banche estere, perché tale tariffa non reggerebbe sui mercati. I controlli sui movimenti di capitali possono essere un incubo per le banche esposte con prestiti in Grecia, rendendo potenzialmente illegale per le società di ripagare il debito in euro.Anche se non in posizione d'illegalità, le imprese potrebbero non essere più in grado di rimborsare i creditori stranieri, perché il loro denaro sarà stato convertito in dracme durante la notte - una valuta che perde rapidamente il suo valore a causa della disastrosa situazione dell'economia greca. Ciò, a sua volta, rende difficile per qualsiasi creditore ottenere il suo denaro, qualunque contratto abbia. "L'ipotesi è che una via d'uscita debba prevedere in qualche modo controlli sui capitali in atto, o d'incapacità di far rispettare un creditore (sentenze giuridiche) di diritto inglese in Grecia", ha detto O'Donald. Le banche hanno studiato diverse opzioni per proteggersi come meglio possono, ivi compreso il passaggio alla legge statunitense per le nuove operazioni in strumenti derivati o prestiti. Finora pochi hanno adottato misure tali a causa di dubbi sulla loro efficacia, e anche perché hanno paura di aggiungere altre preoccupazioni al mercato. "Le banche sono molto, molto riluttanti ad avviare le grida 'al fuoco!'. Sanno cosa succede e quello che sembra il panico", ha detto un avvocato londinese di consulenza le imprese finanziarie. Invece, la maggior parte sono semplicemente in attesa, controllando la legge dei loro contratti, quale copertura in caso di inadempienza e quali argomentazioni giuridiche possano sostenere un'uscita greca dall'euro. "Ci sono ancora aree che saranno grigie sotto qualche aspetto, e che porterà a conflitti di legge che potranno essere risolte in tribunale", ha detto O'Donald di Nomura. Molte banche stanno simulando una rottura dell'euro in "War Games". Ma poco si sa su come un'uscita dovrebbe funzionare, e gli uffici legali stanno studiando attentamente i contratti finanziari, sollevando dubbi circa la natura stessa di una moneta."Se le operazioni sono denominate in euro, qual è lo stato di tali operazioni nel caso in cui vi sia un cambiamento del make-up di tale moneta?" ha detto Miles Kennedy, partner di uno studio contabile di Pricewaterhouse Coopers. Con queste domande senza risposta, imbottire un bancomat con banconote di dracma è quasi impossibile non per la Grecia perchè la Banca nazionale del paese ha la sua macchina per la stampa di banconote e moneta ed ha continuato a stampare banconote in euro fin dal suo arrivo nella moneta unica dal 2001.
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sabato 12 maggio 2012
Vendita titoli di stato europei: tutto bene tranne i Bonos spagnoli
Londra - Il mercato obbligazionario europeo ha dimostrato ieri una forte capacità di assorbimento, in una sessione caratterizzata da un declino dei tassi dei prestiti nella zona euro, nonostante l'incertezza in Grecia, con l'eccezione del Spagna dopo l'annuncio della riforma del sistema bancario. Le tariffe sono state un pò volatili durante il giorno, sui titoli più rischiosi, finchè non è arrivata una buona notizia sul morale delle famiglie statunitensi. Comunque, "la situazione resta molto fragile e il futuro della Grecia è molto preoccupante", ha dichiarato Patrick Jacq, stratega obbligazionario di BNP Paribas. "Mentre continuano i negoziati in Grecia e l'incertezza politica resta alta, gli investitori rimangono cauti", hanno dichiarato alcuni analisti parigini. Nel pomeriggio di ieri il tasso a 10 anni della Spagna si è evoluto nei confronti del mercato ed è stato pari al 5,970% (5,965% giovedì). Il paese ha annunciato una nuova riforma bancaria che non esponga le banche al disastro della proprietà, richiedendo loro di patrimonializzare il loro capitale, accantonando riserve addizionali per 30 miliardi di euro.Più che di questa riforma, le obbligazioni spagnole soffrono a causa di timori di contagio per Madrid che è l'anello debole in Europa dopo la Grecia.
Da parte sua, il tasso per l'Italia è sceso al 5,483% (contro il 5,505%). Il paese ha preso in prestito, come previsto, 10 miliardi di euro a tassi nettamente inferiori a breve termine. Tra i paesi considerati più forti, la Francia ha visto il calo del suo tasso a 2,789% (contro il 2,811%). Il presidente neo-eletto Francois Hollande ha confermato l'obiettivo di ridurre il deficit pubblico della Francia al 3% del PIL nel 2013.
Allo stesso modo, al debito tedesco, che serve come rifugio, è stato chiesto un tasso di 1,514% (contro il 1,538%). L'area dell'euro si sta muovendo verso una lenta ripresa, secondo Bruxelles, ma dovrà fare di più per rilanciare la crescita, pur continuando la caccia ai disavanzi eccessivi. L'UE dovrebbe registrare un PIL del -0,3% nel 2012 e un +1% nel 2013. Gli investitori inoltre seguono il dramma greco, il paese non riesce ancora a formare un governo dopo l'elezioni di domenica. Sebbene il debito della Grecia non è quotato sul mercato obbligazionario, il tasso a 10 anni del paese è pari al 23,722% (23,707% contro). Ancora nell'area dell'euro, il tasso del Portogallo è sceso al 10,449% (contro il 10,885%), gli investitori hanno accolto positivamente l'annuncio del ministro portoghese che il Paese raggiungerà i propri obiettivi di riduzione del disavanzo, nonostante le previsioni pessimistiche di Bruxelles.
Altrove nel mercato obbligazionario, il tasso di UK Gilt è sceso al 1,959% contro 1,986% ieri.
Negli Stati Uniti, il rendimento obbligazionario a 10 anni del Tesoro si è ridotto al 1,850% contro 1,867% giovedì, come i titoli a 30 anni al 3,029% contro 3,050% ieri. Il tasso a tre mesi è sceso all' 0,09% contro lo 0,10% di ieri. Sul mercato interbancario, l'Euribor a tre mesi, il tasso principale della zona euro è rimasto invariato al 0,690% come il Libor in dollari al 0,467%.
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giovedì 10 maggio 2012
Gli effetti sui BRICS della crisi economica in Occidente
In un anno, il numero di posti di lavoro, in tutte le categorie, tuttavia, è aumentato del 2,3%, ma la forza lavoro è cresciuta molto più velocemente. La disoccupazione è la più grande sfida che il presidente Jacob Zuma deve affrontare, in febbraio egli ha annunciato un importante programma di costruzione d'infrastrutture progettato per creare posti di lavoro e ridurre la disoccupazione che mina l'economia più forte in Africa.
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La crescita dell'economia europea secondo Barroso
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mercoledì 9 maggio 2012
Euro in discesa contro dollaro, pesano le incertezze politiche greche
L'euro oggi è calato nei confronti del dollaro, appesantito dalle crescenti preoccupazioni per la situazione politica in Grecia, ancora senza un governo dopo le elezioni di domenica che hanno visto una forte crescita dei partiti contrari alla austerità. Nel pomeriggio, l'euro era comprato 1,2944 dollari, contro 1,3005 dollari di martedì sera, dopo essere caduto a 1,2912 contro dollari nella tarda mattinata, il suo livello più basso dal 23 gennaio. L'euro si è ritirato anche nei confronti della valuta giapponese, 103,07 yen, contro 103,84 di martedì. Il dollaro è sceso nei confronti dello yen a 79,58 contro 79,84 di martedì, toccando anche 79,43 yen, il suo livello più basso dal 20 febbraio.Gli analisti di Commerzbank hanno osservato che, nel mercato, si aggirava lo spettro della situazione greca e il rischio di una uscita di quest'ultima dall'unione monetaria.Gli investitori stanno mostrando grande nervosismo causato dalla situazione politica in Grecia, tre giorni dopo le elezioni parlamentari che hanno visto gli elettori punire fortemente i due partiti di governo uscenti, che avevano accettato d'imporre al paese una notevole austerità richiesta dai mercati e dalla troika. La Grecia oggi non sembra essere in grado di formare un governo, per cui c'è il rischio che si vada verso nuove elezioni, sollevando così il timore degli investitori per il futuro del paese e dell'area dell'euro. Così, "si diffonde panico nel mercato quando appare chiaro che si dovrà aspettare fino a giugno per vedere chi potrà finalmente governare la Grecia", ha osservato Alejandro Zambrano, analista di FXCM. Gli operatori temono che un rifiuto della nuova austerità, causi il ritardo o la sospensione, del pagamento delle cruciali sovvenzioni. La prima di queste è prevista per giovedì per un ammontare di 5,2 miliardi di euro, e senza questi soldi il governo non sarà grado di far fronte al pagamento dei futuri cicli. Il rifiuto di misure di austerità "porterebbe al mancato pagamento" della Grecia, ha commentato Craig Erlam, analista di Alpari UK, che ha anche sottolineato che "se la situazione peggiora nella zona euro, il contagio potrebbe avere pesanti conseguenze per la crescita economica globale ora ancora fragile. Così, per Michael Hewson, di CMC Markets, "in assenza di indicatori più importanti in Europa o altrove, l'attenzione del mercato è destinata a rimanere concentrata sugli sviluppi politici" in tutta l'area dell'euro.
Anche la Francia ha dato il suo contributo all'incertezza creata nei mercati. Il presidente francese eletto Francois Hollande ha espresso il suo desiderio riorientare la politica europea, verso la crescita con meno austerità, mentre la cancelliera tedesca Angela Merkel ha escluso una rinegoziazione del trattato di disciplina di bilancio dei paesi europei firmato da 25 paesi.
Nel pomeriggio la sterlina britannica è salita contro l'euro a 80,26, mentre è scesa contro dollaro a 1,6126.
Il franco svizzero è rimasto stabile nei confronti dell'euro a 1,2011, ed è sceso contro il dollaro a 0.9278, dopo essere caduto a 93,02 dollari, il livello più basso dal metà di marzo.
L'oncia d'oro ha chiuso a 1582,50 dollari nell'asta di martedì sera contro 1,602.50 dollari, dopo essere caduto a 1580,13 dollari, il più basso dall'inizio di gennaio.
Lo yuan cinese ha chiuso a 6,3098 contro un dollaro rispetto a 6,3081 di ieri.
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lunedì 7 maggio 2012
Tagli graduali dei deficit dopo il week-end di elezioni in Europa
"L'austerità o la crescita è il dibattito del momento, direi che non sono in alternativa. Siamo in grado di progettare una strategia che è buona per oggi e farà bene domani." Con la disoccupazione nella regione euro al più alto livello in quasi 15 anni e di una economia che il FMI prevede si ridurrà quest'anno, alcuni membri del gruppo di 17 nazioni stanno sfidando i piani di austerità sostenuti dalla Germania.Il socialista francese Francois Hollande ha sconfitto il presidente Nicolas Sarkozy ieri e si è impegnato a spingere per meno rigore e più crescita in Europa. Spagna e Italia sono sotto pressione per raggiungere gli obiettivi di disavanzo e il governo olandese, dal rating AAA è caduto il mese scorso per lo sforzo di trovare un accordo sui tagli del deficit. "Mentre il risanamento dei conti pubblici è essenziale e impone ai governi di definire un piano per la riduzione del debito nel medio termine, noi sappiamo che l'austerità fiscale frena la crescita, e gli effetti sono peggiori in recessione", ha detto Lagarde.
Lagarde, un ex ministro delle finanze sotto Sarkozy, nel rispondere ad un quesito pubblico ha auspicato che Hollande e i suoi colleghi del governo francese perseguino una politica di forte ancoraggio all' Europa e alla zona euro. Quest'ultimo si è indebolito per il sesto giorno, la più lunga serie di cali da settembre, scendendo fino dell'1% prima di fermarsi. La valuta ha toccato 1,2955 dollari, il cambio più debole dal 25 gennaio, prima dell'avvio delle negoziazioni a 1,3056. Il dibattito sulle politiche da perseguire ha diviso i politici, gl'investitori e gli accademici. L'Europa ha perseguito una cocktail di aumenti fiscali e tagli alle spese, per battere la crisi del debito sovrano che imperversava dalla Grecia attraverso l'Irlanda e il Portogallo al cuore del blocco moneta unica. La Grecia, il primo paese della regione euro che ha ottenuto un prestito congiunto dall'Unione europea, BCE e dal Fondo monetario internazionale, con le elezioni ha visto i due maggiori partiti perdere la maggioranza dei consensi elettorali. "Se si guardano i sondaggi e le indagini, c'è chiaramente nella popolazione greca una determinazione a rimanere all'interno dell'euro perché porta una quantità significativa di vantaggi in contrasto con i rischi che ne deriverebbero dall'uscita," ha detto Lagarde, quando gli è stato chiesto se la Grecia dovesse uscire dalla zona monetaria. In molti paesi, il risanamento dei conti pubblici, delle banche deboli e dei mercati immobiliari in difficoltà frenano la crescita, ha detto Lagarde. Mentre ci può essere spazio per alcune banche centrali per un'azione più rapida, la politica monetaria nelle economie sviluppate è vicino al massimo impegno, ma non possono fare tutto il lavoro da sole", ha detto. "I paesi hanno bisogno di tenere una mano ferma sul volante", ha detto Lagarde. "Se la crescita è peggiore del previsto, devono attenuare le misure fiscali, piuttosto che annunciare obiettivi di bilancio."
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Facebook valutata tra i 70 e i 96 miliardi
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domenica 6 maggio 2012
In futuro le auto elettriche come i cellulari
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sabato 5 maggio 2012
L'Italia in recessione lunga e più profonda del previsto
Madrid sarà sotto pressione da sindacati e attivisti anti-povertà per cedere su tagli alla spesa pubblica previsti per quest'anno, dopo che il settore dei servizi è sceso a 42,1 dal 46,3 di marzo. La lettura finale dell'indice di acquisti Markit di aprile manager (PMI) per l'intero settore dei servizi della zona euro si è attestato a 46,9, un intero punto inferiore alla lettura preliminare di 47,9 segnalato due settimane fa, che a sua volta era molto più debole di quanto si aspettavano gli analisti della città. E' stata la più ripida revisione al ribasso del PMI dall'ottobre 2008 e subito dopo il fallimento di Lehman Brothers. Chris Williamson, capo economista di Markit ha dichiarato che: "La crescita è praticamente a un punto morto anche in Germania, e la Francia si è unita all'Italia e alla Spagna nel vedere un forte tasso di declino economico".Giovedì, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi ha detto che l'economia della zona euro dovrebbe riprendersi gradualmente nel corso dell'anno. Ma le ultime notizie da fonti PMI, che hanno un buon record di monitoraggio della crescita economica, suggeriscono che si dovrà aspettare ancora. "Le misure di stimolo attuate dalla BCE non hanno avuto un impatto duraturo sull'economia reale. La fiducia è scesa ancora di più nel mese di aprile", ha detto Williamson. Il tasso di disoccupazione della zona euro è salito al 10,9% in marzo, pari al record di 15 anni fa, e le ultime PMI suggeriscono che è improbabile che migliori prima del prossimo autunno.
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venerdì 4 maggio 2012
I paesi emergenti vittime delle politiche accomodanti occidentali
Secondo il governatore della banca centrale del Sud Africa, le economie dei paesi emergenti sono a rischio d'inondazioni di capitali a causa di politiche accomodanti della Federal Reserve, Banca centrale europea e della Gran Bretagna. In un articolo pubblicato dal Financial Times di venerdì, Gill Marcus crede che "sia giunto il tempo che le economie avanzate dell'Occidente facciano maggiore attenzione agli effetti dei flussi eccessivi di capitali e alla volatilità dei mercati emergenti." Le banche centrali dei paesi più sviluppati hanno ridotto drasticamente i tassi d'interesse e hanno aperto il rubinetto della liquidità per cercare di rilanciare l'economia a fronte della crisi finanziaria, del debito e del rallentamento economico. Gli investitori, con le tasche piene di soldi e la prospettiva di bassi guadagni in Occidente potrebbero essere tentati di investire nei mercati emergenti, dove i tassi d'interesse sono più attraenti, con conseguente aumento dei prezzi di queste valute. "Un eccessivo apprezzamento di una valuta porta inevitabilmente ad una perdita di competitività per i produttori nazionali", ha dichiarato Marcus, che invita le banche centrali di questi paesi a rivedere la gamma delle misure disponibili per contrastare il fenomeno. L'abbassamento dei tassi è ostacolata dal rischio d' inflazione, le riserve accantonate per intervenire non sono espandibili all'infinito e l'efficacia di controllare l'ingresso di capitale rimane da dimostrare. Pur volendo evitare una guerra valutaria, Mr. Marcus è preoccupato che troppo spesso il dibattito su come stimolare la crescita sostenibile nel mondo rimane di dominio delle maggiori economie, mentre sarebbe meglio considerare le implicazioni delle scelte su economie più piccole.
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giovedì 3 maggio 2012
Il nuovo treno Ferrari
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