venerdì 31 gennaio 2014

La discesa dell'euro contro dollaro

Oggi venerdì, l'euro è sceso sotto la soglia di 1,35 dollari dopo i deboli dati sull'inflazione dell'Eurozona, e in particolare della Germania, per cui esiste l'aspettativa di ulteriori misure accomodanti da parte della Bce nel meeting di politica monetaria di giovedì prossimo.Il dato ha mostrato a gennaio un'inflazione dello 0,7%, per questo la moneta unica è scesa fino a quota 1,3481 dollari, ed ora viene scambiata poco sopra 1,3482. LEuro è sceso nei confronti della moneta giapponese a ¥ 138,13 sino a toccare nel primo pomeriggio ¥ 137,99, il livello più basso degli ultimi due mesi - contro 139,21 ¥ di giovedì. I dati dell'inflazione nella zona euro di gennaio sono più deboli del previsto, ha osservato Kathleen Brooks, analista di Forex.Com. Dopo una piccola accelerazione nel mese di novembre, l'inflazione ha rallentato ulteriormente nel mese di gennaio nella zona euro toccando lo 0,7% contro lo 0,8% di dicembre. Già il giorno prima dell'annuncio di un rallentamento dell'inflazione in Germania i timori di deflazione si erano propagati nell'unione monetaria. La BCE, nel mese di novembre aveva abbassato il suo tasso a un nuovo minimo record dello 0,25%, per contrastare il rallentamento degli aumenti dei prezzi nella UE. La prospettiva di un ulteriore allentamento monetario ha pesato sull'euro perchè un tasso più basso rende una valuta meno redditizia e quindi meno attraente per gli investitori speculativi. Da parte sua, il dollaro è rimasto sostenuto, incoraggiando aspettative sulla forza della ripresa economica negli USA, infatti, l'economia è cresciuta più del previsto nel quarto trimestre, nonostante la paralisi di bilancio nel mese di ottobre, segnando una crescita del PIL del 3,2% annualizzato, secondo le stime preliminari rilasciate giovedì. L'ottimismo sulla ripresa economica negli Stati Uniti è stato alimentato oggi dall'accelerazione dell'inflazione nel mese di dicembre, per il secondo mese consecutivo, raggiungendo l' 1,1% e si avvicinata al target del 2% desiderato da parte della FED. Inoltre, la spesa dei consumatori americani è salita più del previsto nel mese di dicembre, ma queste cifre sono state in qualche modo mitigate dal fatto che il loro reddito è rimasto stabile. Queste iniezioni di liquidità, che la banca centrale eroga da 16 mesi per sostenere la ripresa, abbassano i tassi e incoraggiano gl'investimenti e l'occupazione, ma hanno l'effetto collaterale di diluire il valore del biglietto verde per cui qualsiasi riduzione di questo programma tende a rinvigorire il dollaro statunitense. La politica monetaria USA ha continuato a rendere i mercati emergenti nervosi, anche se alcuni momenti di stabilizzazione potrebbero essere osservati, come con la lira turca, il rublo russo e il rand sudafricano. Nel pomeriggio, la sterlina britannica è salita a 82,04 pence contro euro, ma è caduta 1,6471 dollari. Il franco svizzero è salito contro l'euro a 1,2217,  dopo aver raggiunto nel primo pomeriggio 1,2212, il suo livello più alto da metà dicembre.Il franco è sceso a 0,9040 franchi per dollaro. La valuta cinese finita a 6,0612 yuan contro un dollaro rispetto a 6,0603 yuan di ieri.  L'oro è stato quotato a $ 1,246.50 l'oncia all'asta mattutina contro USD 1,242.50 della notte di giovedì.

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