giovedì 27 giugno 2013

Il "fallimento ordinato" delle banche

Bruxelles - Finalmente una buona notizia per i cittadini europei vessati dai meccanismi che consentono ai banchieri di scaricare sugli Stati i loro errori. Dopo due notti di negoziati i ministri delle finanze della Ue hanno raggiunto un accordo sul meccanismo di 'fallimento ordinato' delle banche che consente di evitare che a pagare per gli istituti in difficoltà siano gli Stati, spesso rischiando il collasso come nel caso di Cipro. Il ministro dell'economia italiano Fabrizio Saccomanni al termine dell'Ecofin  ha commentato su twitter "È un buon compromesso nella direzione dell'unione bancaria, contribuisce a spezzare il circolo vizioso tra rischio sovrano e rischio bancario", ha poi spiegato come il meccanismo definito oggi sia "un sistema di tutela dei risparmiatori che combina un quadro armonizzato con flessibilità necessaria a tener conto di specificità nazionali". In pratica si è trovato un compromesso tra chi come Francia e Gran Bretagna volevano più flessibilità, cioè la possibilità di scegliere da soli a chi far pagare il conto delle banche che falliscono, e quelli come la Germania che invece volevano regole uguali per tutti.Secondo il ministro irlandese Micheal Noonan, l'accordo "ci porta dal 'bailout' al 'bail-in'", ovvero dal salvataggio da parte degli Stati alla suddivisione delle perdite all'interno della banca stessa, "tutelando così i contribuenti". In base al meccanismo definito, quando una banca fallisce, a rimetterci saranno in prima battuta gli azionisti, poi gli obbligazionisti meno assicurati, e infine i depositi, fatti salvi quelli sotto i centomila euro che sono garantiti da una direttiva europea. Soddisfatto anche il commissario Ue al mercato interno Michel Barnier, autore della direttiva originale, che ora vuole anche il via libera del Parlamento Ue entro l'anno. L'accordo rafforza la stabilità finanziaria in Europa, è stato il commento degli operatori economici.

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