giovedì 16 maggio 2013

Singapore il nuovo eldorado bancario

Il nuovo paradiso fiscale si trova nell'Estremo Oriente, e si chiama Singapore. Uno studio della società londinese WealthInsight, specializzata in ricerche di mercato, sostiene che il Paese asiatico diventerà entro la fine del decennio la principale piazza off-shore del mondo. Il mercato di Singapore, limitatamente al private banking, è ancora piuttosto modesto rispetto a piazze europee come la Svizzera: 550 miliardi di dollari nel 2011 contro i 2800 delle banche svizzere, ma la crescita è rapida e travolgente, e ha reso la nazione asiatica il quarto centro finanziario del mondo. I motivi di questa preferenza sono semplici: i grossi investitori guardano ad Est in virtù dell'inasprimento delle legislazioni europee sul segreto bancario, che ha causato una "perdita di fiducia tra i ricchi investitori americani ed europei". Poi la forza del franco svizzero e dell'euro rispetto al dollaro, e le pressioni della UE in crisi verso i paradisi fiscali europei come la Svizzera, l'Austria, il Lussemburgo tese ad ottenere una fetta dei capitali lì depositati.Un ruolo, secondo lo studio, lo gioca anche l'inglese, lingua ufficiale a Singapore, che facilita il dialogo con i grossi clienti anglofoni. Lo scenario previsto entro il 2020 prevede un crollo delle attività nei paradisi fiscali europei pari a un terzo e un boom a Singapore che porterebbe questa città-stato in posizione egemone.


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