venerdì 3 maggio 2013

Italia: appesantita dal debito secondo l'OCSE

L'Italia ha fatto molti progressi nel consolidamento fiscale e nelle riforme, ma resta vulnerabile dei mercati finanziari per il suo alto debito, ha avvertito ieri l'OCSE, mentre il nuovo governo italiano muoveva i primi passi. "Con un debito vicino al 130% del PIL, l'Italia resta vulnerabile ai cambiamenti di umore repentini dei mercati finanziari. Una riduzione significativa e sostenibile del debito pubblico è la priorità numero uno di bilancio" sono le osservazioni che l'Organizzazione ha scritto nella relazione presentata ieri a Roma. L'OCSE ha invitato il nuovo esecutivo a meglio controllare la spesa, a consolidare le riforme già attuate ed avviarne di nuove se ha intenzione di promuovere la crescita e la produttività, che sono le grandi debolezze italiane. La prima raccomandazione è stata quella di fare in modo d'invertire la tendenza al rialzo del rapporto debito/PIL, che ritiene possibile tramite il perseguimento di un bilancio in pareggio o leggermente in attivo, sostenuto dalla realizzazione di solide riforme per la crescita.  L'OCSE, tuttavia, non prevede l'inversione di tendenza nelle proprie previsioni. Anzi, in un rapporto presentato ieri all'incontro con il governo italiano, ha previsto che nel 2014 il debito possa toccare il 134%, che potrebbe continuare a crescere in assenza di ulteriori tagli di bilancio o di privatizzazione. Il governo italiano uscente, nelle stime presentate nel mese di aprile, aveva dichiarato che il debito pubblico avrebbe raggiunto il picco del 130,4% del PIL nel 2013 per poi diminuire. Rilevando che la gestione delle finanze pubbliche e la salute del sistema bancario sono "altamente interdipendenti", l'OCSE suggerisce di spingere le banche italiane a proteggersi meglio aumentando ulteriormente i propri fondi rischi e incoraggiando la concorrenza nel settore finanziario. L'OCSE ha avvertito che l'economia, pur restando "molto lenta", dovrebbe comunque "emergere dalla recessione" e il rapporto prevede un calo del 1,5% del PIL quest'anno e una crescita pari allo 0,5% nel 2014. Prevedendo inoltre un deficit pubblico al 3,3% del Pil quest'anno e al 3,8% nel 2014. Inoltre l'organizzazione ritiene che per beneficiare delle riforme che sono partite alla fine del 2011, ci vorrà tempo perchè s'implementino nell'economia del paese data la debolezza della fiducia, il relativo lento recupero e la persistente necessità di un consolidamento fiscale.

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