Pechino - La Cina è pronta a comprare titoli dei Paesi dell'Eurozona in crisi, ma non nega la sua apprensione per il futuro di Eurolandia. Atene, Roma e Madrid, come si comporteranno, chiede il premier Wen Jiabao? A rassicurarlo sulla "assoluta" volontà politica dell'Europa di proteggere e rafforzare la sua moneta è stata Angela Merkel, durante la visita di due giorni in Cina. È la seconda quest'anno. Subito dopo la bilaterale con il premier italiano Mario Monti, ieri a Berlino, la cancelliera è volata infatti a Pechino per una missione 'pro euro'. E oggi il premier cinese ha garantito di voler continuare a sostenere l'eurozona: la Cina sarebbe pronta a comprare titoli di Stato dei Paesi in crisi. Anche il presidente Hu Jintao, in serata, ha ribadito la linea del supporto: "La Cina sostiene fortemente gli sforzi europei per superare la crisi del debito - ha detto - e sostiene anche il ruolo che il FMI e le altre istituzioni stanno svolgendo per risolvere la questione del debito europeo". Premesse positive, insomma. "Le principali preoccupazioni sono due - ha detto Wen Jiabao - . La prima è sapere se la Grecia resterà nell'eurozona. La seconda è sapere se Italia e Spagna prenderanno le misure globali di salvataggio. La risposta a queste due questioni è nella determinazione di Grecia, Spagna e Italia a fare le riforme". Ascoltare la cancelliera gli ha ridato fiducia. La Merkel ha ripetuto di "volere che la Grecia resti nell'eurozona", ribadendo però di attendere il rapporto della Troika. Ha anche citato gli sforzi in atto a Roma e Madrid: "Spagna e Italia hanno intrapreso un intenso percorso di riforme e sono convinta - ha detto - che questa strada porterà i suoi frutti". La Merkel si muove come leader d'Europa nel mondo, presentando progressi e assicurando l'impegno dei suoi 'colleghi'. Oltre all'emergenza euro, sul tavolo con i cinesi, ci sono decisivi rapporti bilaterali economici e commerciali fra Berlino e Pechino. La Merkel si è mossa infatti con una massiccia delegazione, portando con sé ben sette ministri dell'Esecutivo e diversi uomini di affari. La Germania rappresenta circa la metà dell'export europeo in Cina. E il mercato tedesco rappresenta un terzo degli acquirenti europei del made in Cina. Gli scambi bilaterali fra i due Paesi ammontano a 160 miliardi di dollari nel 2011: in forte aumento (+18,9%) rispetto all'anno precedente.
venerdì 31 agosto 2012
La Cina pronta ad investire nel debito dei paesi dell'Eurozona
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lunedì 27 agosto 2012
La BCE studia le varie possibilità d'intervento
La settimana scorsa alla Reuters, fonti della Banca centrale europea hanno dichiarato che si sta prendendo in considerazione l'elaborazione di obiettivi di rendimento con un nuovo programma di acquisto di obbligazioni per consentire di mantenere la strategia per evitare gli attacchi degli speculatori che cercano di incassare lauti interessi sulle difficoltà di alcuni stati dell'Eurozona. L'impostazione di una band è una opzione che sta guadagnando favore fra i banchieri centrali, ma la decisione non sarà presa prima della riunione del 6 settembre. Fra le opzioni attualmente in discussione nei gruppi di lavoro e che devono essere trattate dal Consiglio direttivo, questo è l'approccio più probabile e anche quello che potrebbe avere maggior successo. Non è chiaro quanto sia ampia la banda o come la BCE decida quando intervenire sui mercati obbligazionari per abbattere gli oneri finanziari.Un altro punto in discussione è se tale gruppo sarebbe legato ai rendimenti obbligazionari - i loro livelli assoluti dei tassi d'interesse - o spread obbligazionari, quale la differenza tra il debito di un paese rispetto alle obbligazioni di riferimento tedeschi. Il Presidente della Bce, Mario Draghi, ha segnalato all'inizio di questo mese che la banca può iniziare a comprare il debito pubblico e ridurre i costi di finanziamento paralizzanti per la Spagna e l'Italia, e i commenti che hanno alimentato un ampia ripresa della fiducia sui mercati mondiali. La BCE ha dichiarato che potrebbe acquistare obbligazioni sul mercato secondario con scadenza più breve, mentre i fondi di salvataggio europei avrebbero comprato titoli in questione a più lunga scadenza. Domenica il settimanale tedesco Spiegel ha riportato che la BCE deciderà nella riunione di settembre se implementare le soglie dei tassi d'interesse su tali acquisti, sia sui loro rendimenti che sui premi di tali rendimenti oltre i Bund tedeschi. Mantenere il segreto di destinazione dell'intervento potrebbe dare alla BCE un elemento di sorpresa e rendere più difficile per gl'investitori di cercare d'indovinare la banca o lo Stato oggetto dell'intervento. Come contro-indicazione c'è la possibilità che i mercati potrebbero continuare a vendere le obbligazioni prima di aver visto il tipo d'intervento della banca centrale. Questa mattina, dopo la pubblicazione del rapporto Spiegel, un portavoce della BCE ha detto che è assolutamente fuorviante riferire su decisioni che non sono ancora state adottate. Draghi ha anche aggiunto che qualsiasi vincolo di acquisto o d'intervento avverrà solo se i governi richiederano aiuti prima all'Eurozona e che a loro volta essi saranno legati a condizioni. Oggi la Cancelliera tedesca è intervenuta anche sull'altro fronte incandescente di queste giornate di fine estate, commentando le dichiarazioni del presidente della Bundesbank Jens Weidmann che, in un'intervista allo Spiegel, era tornata ad attaccare la gestione della Bce targata Mario Draghi,ribadendo la sua fiducia nella politica dell'Istituzione finanziaria.
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sabato 18 agosto 2012
Lo scandalo Libor in Gran Bretagna
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martedì 14 agosto 2012
L'Iraq: secondo produttore OPEC
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venerdì 10 agosto 2012
Fiat maxi-500L versione famiglia
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Il fondo bancario spagnolo "Gingillo" avverte gli azionisti che dovranno partecipare al salvataggio
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giovedì 9 agosto 2012
In Italia, bilancia commerciale positiva nel mese di giugno
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martedì 7 agosto 2012
EFSF: obbligazioni a tre mesi per la prima volta a tasso negativo
Il Fondo di emergenza europeo, l'EFSF, oggi martedì ha emesso obbligazioni a scadenza a tre mesi per la prima volta a tasso negativo con un'operazione effettuata attraverso la banca centrale tedesca che gestisce queste operazioni. L'EFSF ha venduto titoli per 1,431 miliardi di euro al tasso medio del -0,0217%, ma ha ricevuto richieste per oltre € 4,590 miliardi pari a circa tre volte il quantitativo che poi è stato veramente collocato. Questa è la seconda volta dalla sua nascita che l'EFSF vende titoli ad un tasso negativo. Il primo, a metà luglio, per una scadenza a sei mesi. Un tasso negativo significa che gl'investitori sono disposti a ricevere alla scadenza una somma inferiore a quella che hanno pagato all'emittente il giorno del prestito. La crisi nella zona euro porta molti investitori a proteggere i propri investimenti a breve termine. L'EFSF prende in prestito soldi che poi presterà a un tasso maggiore ai governi che non possono più finanziarsi a tassi ragionevoli sul mercato a causa della loro difficoltà di bilancio. Tre sono i paesi interessati in questo momento (Grecia, Irlanda e Portogallo) e il fenomeno potrà presto interessare le banche spagnole.
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domenica 5 agosto 2012
Crollo delle vacanze estive degli italiani
Poco fausto il mese di agosto per le partenze degli italiani, che vedono un crollo del 29,5% rispetto allo stesso mese del 2011. In questo periodo partiranno 15,4 milioni di italiani, contro i 21,9 milioni dell'anno scorso. La notizia è resa è pubblica da Federalberghi, che evidenzia anche un calo nel giro d'affari complessivo dell'estate del 22%. Il crollo turistico di agosto è il riflesso di un'estate tutta col segno meno, dichiara Federalberghi: a giugno le partenze hanno fatto segnare una contrazione del 21,5% (da 8,4 milioni del 2011 a 6,6 milioni), allo stesso modo di luglio 2011 (-13%, a 10,9 milioni) e di settembre 2011 (-27,7%, a 3,6 milioni).Il presidente di Federalberghi, Bernabò Bocca, ha dichiarato che a memoria di statistica non si era mai visto un calo così generalizzato e devastante di uno dei settori che potrebbe, se opportunamente supportato, rappresentare il primo volano per la ripresa economica del Paese.I numeri ci dicono, continua il Presidente che quasi 6 italiani su 10 rimarranno a casa durante i mesi estivi.
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mercoledì 1 agosto 2012
La crisi dei cereali, aumenti del 40%
Sono numerosi i paesi grandi importatori di cereali nel mondo che stanno ritardando gli acquisti. Tutto è iniziato con la siccità negli Stati Uniti, il più grande esportatore di mais, grano e soia, mai vista dal 1956. La mancanza di precipitazioni in Russia, la debolezza del monsone indiano e un eventuale ritorno di El Niño sono tutti timori che hanno alimentato la paura di una terza crisi alimentare in cinque anni. Come nel 2008 e nel 2011, quando l'alto costo del cibo aveva alimentato le rivolte della primavera araba. Il caldo di questi giorni, un pò in tutto il mondo, ha aiutato l'aumento dei prezzi alimentari che erano già del 40% superiori alla media dell'ultimo decennio, secondo la FAO. Nel mese di maggio, l'agenzia delle Nazioni Unite ha messo in guardia contro il rischio di disordini sociali nei paesi più svantaggiati. "Molti dei principali paesi importatori del Medio Oriente stanno ritardando gli acquisti, sperando che i prezzi cadano", notano gli analisti di Barclays a Londra. "Essi si troveranno costretti ad acquistare", aggiungono. A prezzi elevati. L'Egitto, il più grande acquirente di grano nel mondo, affronta la crisi grano con il suo nuovo governo entrato in carica il mese scorso e con i prezzi alimentari che sono già al galoppo ad un tasso annuo del 9,2%. A Ginevra, gli sguardi degli operatori si concentrano sull'entrata in gioco di GASC, l'Ufficio di Stato che cura circa la metà delle importazioni. Per ora, non ha ancora fatto un'offerta iniziale sulla mietitura del grano in corso. Ufficialmente, ciò è dovuto all'aumento del raccolto locale. "Secondo alcuni operatori, le sovvenzioni concesse ai grandi agricoltori locali hanno aumentato il fenomeno delle importazioni dell'Europa orientale, travestito da grano locale," Judge Siavosh in Agrinews Arasteh, agenzia di analisi di Ginevra del commercio del grano. Per ora, "gli importatori privati che hanno comprato il grano a prezzi inferiori prima dell'aumento, sono in grado di rifornire il mercato locale", ha detto quest'ultimo. L'esempio della Giordania, un altro paese in cui un'agenzia statale effettua acquisti, mostra come alcuni paesi sono stati sorpresi dall'improvviso aumento. I dati rivelano che Agrinews di Amman aveva comprato un mese fa, un carico di 50.000 tonnellate di grano a 309 dollari la tonnellata. L'8 luglio, un altro ordine è stato ritardato, in attesa delle notizie agricole dello stato di Washington sulla siccità. Il 19 luglio la Giordania ha finito per comprare due navi da carico. Ma a 343 dollari. "Dieci giorni fa, Amman ha annunciato che i prezzi locali per il frumento e l'orzo non aumenteranno, perchè la quota parte di cibo pagato dallo Stato sarà più importante, questo è stato il prezzo da pagare per evitare il malcontento delle persone che s'impoveriscono sempre di più", ha dichiarato il giornale specializzato Agrinews. La situazione è ancora più tesa in Siria, dove la siccità e la guerra civile minacciano il raccolto. Secondo la FAO, nel corso dei prossimi dodici mesi, le importazioni di cereali del paese raggiungeranno i 5 milioni di tonnellate. E'una volta e mezzo quelle dell'anno precedente. Mentre le sanzioni economiche complicano il trading. La siccità che sta colpendo molti Paesi del mondo, dagli Stati Uniti all’Europa, dalla Russia all’Australia, porterà non solo all’aumento dei prezzi dei cereali, ma anche di quello della carne e del pane. Per gli USA la siccità di quest’anno è la peggiore dal 1956, e ha fatto schizzare il prezzo del grano alla quota record di 8 dollari allo staio. Nel complesso il prezzo dei mangimi è aumentato del 25% dall’inizio da giugno. E a pesare sulla situazione complessiva è che non ci sono alternative. Per uno dei maggiori produttori di mangimi della Malaysia (che ha parlato al NYT sotto anonimato) si tratta di “una situazione molto dura per l’industria alimentare, e pensiamo che i prezzi resteranno alti per tutta la stagione. Anche i sostituti del mangime non saranno a buon mercato”.I raccolti australiani del 2011, da 29,5 milioni di tonnellate, sono stati colpiti dalle piogge. I mangimi di qualità più bassa hanno subito le conseguenze maggiori a causa della siccità, e così adesso la differenza con il prezzo dei mangimi di alta qualità si aggira intorno al 10 dollari a tonnellata. Solo alla fine dell’anno scorso la differenza era di 70 dollari. Anche le regioni del Mar Nero e del Sud America hanno combattuto con la siccità. Anche in Italia la siccità sta bruciando oltre 500 milioni di euro di produzione agricola e portando perdite alle coltivazioni mondiali che hanno fatto volare i listini dei cereali e saltare diverse consegne con conseguenze drammatiche per la disponibilità di cibo nei paesi più poveri. Solo negli Stati Uniti, la siccità ha bruciato 12 miliardi di euro nel settore agricolo e la raccolta di cereali è crollata anche in Russia e Ucraina a causa delle alluvioni. L’analisi della Coldiretti sui dati della Borsa merci di Chicago punta il dito su un aumento del 50% in un mese della quotazione del mais e del grano e del 30% per la soia dovuti al clima impazzito. Secondo la Fao nel 2012 ci saranno 23 milioni di tonnellate di cereali e 25 milioni di tonnellate di mais in meno.
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