sabato 21 luglio 2012

I mercati finanziari non convinti dal via libera dell'Eurogruppo

La luce verde del piano di salvataggio per le banche presentato da Madrid all'Eurogroup  non ha disinnescato la bomba spagnola. La teleconferenza di venerdì dei ministri delle finanze dei diciassette paesi della moneta unica hanno convalidato la nota relativa alla ristrutturazione del settore bancario iberico, che sarà firmato nei prossimi giorni. Hanno inoltre confermato la costituzione immediata, del Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF), una riserva di 30 miliardi di euro pronti per essere erogati se la situazione dovesse deteriorarsi ulteriormente. Un altro pagamento iniziale di 45 miliardi sarà efficace se messo in atto per novembre, per un totale aiuti UE fino a 100 miliardi. Il parlamento tedesco ha approvato il piano giovedì per aiutare la Spagna ed i deputati finlandesi hanno fatto la stessa cosa venerdì, consentendo al governo di Helsinki di riaffermare la necessità di un forte controllo sovranazionale e l'impegno verso l'euro. Grandi preoccupazioni hanno suscitato le proteste di massa anti-rigore che hanno avuto luogo giovedì in diverse grandi città spagnole, questo conferma che il salvataggio delle banche (il cui fabbisogno di finanziamento è stimato in circa 60 miliardi di euro per svalutazione pari a 155 miliardi calcolati alla fine di maggio dalla Banca di Spagna) non hanno convinto i mercati. Mentre i Bonos spagnoli, scadenza a dieci anni, per diversi giorni hanno avuto difficoltà a restare sotto il tasso del 7%, i mercati azionari europei sono notevolmente calati ieri. La Borsa di Madrid è scesa del 5,8%, Lisbona 3% e Parigi del 2%. In mezzo a notizie di un forte aumento della disoccupazione nel 2012 nella penisola iberica del 24,6% e di un quasi-collasso della sovra-indebitata regione di Valencia, che ha chiamato lo Stato per il salvataggio. Conseguenza: la suspense viene rinviata ad un possibile intervento in estate del Fondo di stabilità finanziaria europeo sul mercato primario o secondario del debito sovrano di Spagna. Tale intervento, permesso dal suo statuto, è stato sottoposto ai voti nel mese di giugno nelle colonne del Financial Times da Benedetto Coeuré, membro del consiglio della Banca centrale europea (BCE) che deve prima dare la sua approvazione. Sarebbe più in linea con la decisione del vertice Ue del 28 e 29 giugno che, nonostante la riluttanza di Angela Merkel, ha deciso che il futuro meccanismo di stabilità europea può, una volta entrato in vigore ( la Corte Costituzionale tedesca dovrà pronunciarsi il 12 settembre), decidere l'acquisto di debito pubblico per alleviare il paese sotto pressione, direttamente o ricapitalizzando le banche per "rompere il circolo vizioso" della crisi. La questione, tuttavia, è se un'azione di EFSF avrebbe avuto un sufficiente effetto dissuasivo. Altri osservatori, alla luce della gravità della crisi spagnola e dei dibattiti previsti durante l'estate su un piano di riqualificazione per gli aiuti alla Grecia (dove esperti europei si preparano a tornare), ritengono che la BCE farebbe meglio a intervenire da subito nel mercato secondario, come ha fatto dal settembre 2011 al maggio 2012.

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