lunedì 6 febbraio 2012

La Spagna desta preoccupazioni per l'indebitamento delle sue regioni

A medio termine, un salvataggio può essere necessario per il paese, le cui regioni sono sovra-indebitate. Diminuita l'attenzione per la crisi italiana, i leader europei hanno incominciato ad esprimere preoccupazione per una possibile chiamata di aiuto da Madrid. Con l'arrivo di Mario Monti e le sue riforme ultra veloci, Roma è retrocessa al secondo posto nelle preoccupazioni di Bruxelles che oggi, si rivolge alla Spagna, perchè il paese affonda sempre più nel rosso, appesantito dalla disoccupazione record, un ritorno alla recessione e un settore bancario con grandi aree problematiche e sovra-indebitate. Le tensioni sui mercati obbligazionari hanno certamente tratto benefici dall'intervento della Banca centrale europea (BCE), che ha concessi prestiti alla fine di dicembre ad un tasso ridotto all'1% per un totale di 489 miliardi di euro ad oltre 500 banche europee. Le banche spagnole sono tra quelle che ne hanno beneficiato di più, segno della loro vulnerabilità e della loro dipendenza dal sostegno europeo. Venerdì, il governo ha annunciato una riforma del settore per 50 miliardi di euro, finanziata dalle banche per ripulire i loro patrimoni immobiliari "problematici". Sul fronte del debito, la situazione è meno tesa rispetto al 2011. Madrid ha già completato un quarto del programma di finanziamento per l'anno, e a tassi molto più bassi rispetto alle sovvenzioni precedenti. Ciò che preoccupa di più della penisola, sostenuta dalle agenzie di rating che hanno declassato il debito sovrano, è la mancanza di crescita. Secondo, un analisi di Gayle Allard, economista IE Business School a Madrid: "Il paese può solo garantire il suo finanziamento, ma con una recessione di circa 1,5% all'anno, sembra impossibile sfuggire ad un salvataggio a medio termine. Il problema non è tanto il debito pubblico, basso rispetto ai vicini europei, ma il debito privato, il totale supera il 260% del PIL", aggiunge Juan Romero dell' Università di Valencia. Una tabella offuscata dalla disoccupazione, la più alta in Europa, 22,85%, ancora in aumento. L'economia spagnola è stretta in una spirale discendente di una corsa all' austerità che impedisce la crescita e il consolidamento dei conti pubblici. Il governo, succeduto al socialista José Luis Zapatero nel dicembre del 2011, del conservatore Mariano Rajoy, è impegnato ad aumentare le misure di efficienza. Pochi giorni dopo aver preso il potere, il leader del Partito Popolare ha dovuto rivedere la sua promessa elettorale di non aumentare le tasse. Dopo aver fatto scivolare sul 2011 un deficit dell'8%, contro il 6% previsto - l'obiettivo dichiarato del 4,4% nel 2012 sembra irraggiungibile. Soprattutto perché si basava su una crescita del 2,3%. A questo si deve aggiungere il debito delle comunità autonome - 135 miliardi di euro - ancora una volta sanciti dalle agenzie. Valencia, la più indebitata, è ora relegata allo status di junk. Ma la sfida più grande sarà quella di passare da un modello di sviluppo basato su due decenni di costruzione immobiliari ad una industria manifatturiera che porta ricchezza certa.

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