venerdì 24 febbraio 2012

Crisi del debito: il Portogallo

Per il Portogallo, nel 2011 il Pil ha subito una contrazione dell'1,5%, cioe' -0,4% rispetto alle anticipazioni precedenti. Per il 2012 la decrescita di Lisbona è stata corretta: da -3% a -3,3%. Basta questo a sottolinerare che il Portogallo non è paragonabile alla Grecia: il governo di Lisbona sta facendo ogni sforzo per fare i compiti. Tuttavia, è probabile che il paese avrà bisogno di ulteriore aiuto. Pertanto, i necrologi per l'economia e la moneta unica nel paese più povero dell'Europa occidentale, sono almeno prematuri. Tra Lisbona e Porto c'è una notevole stabilità politica e sociale. Il più grande sindacato comunista all'ultima manifestazione di protesta organizzata nel week-end contro le misure prese dal governo per il consolidamento e le riforma strutturali hanno visto la presenza di più di centomila manifestanti, ma è stata una presenza disciplinata e pacifica.Un paese che ha vissuto per almeno un decennio al di sopra dei propri mezzi, aveva bisogno di correzioni dure, ma necessarie per affrontare i risultati negativi precedenti. Questo governo ha raggiunto in estate, una solida maggioranza assoluta in Parlamento, nonostante tutte i drastici tagli effettuati come - tagli salariali, aumenti fiscali, pensioni congelate - in modo non contestato. I socialisti dell'opposizione, che avevano sotto il Primo Ministro Jose Socrates chiesto aiuto e poi negoziato le condizioni per il patto del prestito di 78 miliardi di euro sono stati messi da parte con le elezioni scorse da una coalizione borghese conservatrice. I piccoli partiti di sinistra, nel frattempo, non hanno beneficiato in modo significativo da una posizione più radicale. Il Portogallo è un paese di dieci milioni di abitanti, quasi la stessa popolazione della Grecia, stretto in una doppia morsa dalla crisi finanziaria e dalla recessione. La percentuale di disoccupazione, dopo la "rivoluzione dei garofani", del 13% non ha precedenti e dovrebbe aumentare ulteriormente. Il declassamento delle obbligazioni del Portogallo al livello junk ha convinto gl'investitori istituzionali a fuggire. I tassi d'interesse e premi sul rischio sono troppo elevati per essere sostenuti lungo termine. L'autorevole ministro delle finanze, Vítor Gaspar, svolge un ruolo chiave in tutti i tipi di tagli dell'economia per fare i compiti richiesti da Bruxelles. Il suo ambizioso programma, con cui ha stipulato accordi con la "troika", dovrebbe superare anche le oscillazioni, ma è in una posizione centrale. Anche se raggiungere, dopo un intero decennio di crescita minima nel bel mezzo di una recessione, l'obiettivo di disavanzo di bilancio del 4,5% del PIL quest'anno, è più che mai dubbio. Il Portogallo e il suo grande vicino, la Spagna, ormai lavorano per il cambiamento. Dal mese di dicembre hanno deciso di proseguire nel cambiamento, ma probabilmente avranno bisogno di spazio per respirare un pò di più. Gli ispettori della troika che visitano Lisbona, ancora una volta hanno dato un giudizio positivo della buona volontà del Portogallo. Il Governo Passos Coelho nega della necessità di un secondo pacchetto di salvataggio, ma è per un prolungamento del periodo di adattamento, forse alla fine occorrerà anche una ristrutturazione del debito. Esperti finanziari, fanno previsioni con numeri concreti: 20-30 miliardi di prestito, due anni in più di tempo per tornare pienamente ai mercati finanziari e un "50%" del taglio del debito.

0 commenti: