martedì 17 gennaio 2012

In attesa di una via politica per la soluzione della crisi

I mercati azionari restano in balia della crisi dei debiti pubblici e accusano in modo piuttosto ordinato la decisione ormai scontata di Standard & Poor’s di tagliare il merito di credito a lungo temine di 9 paesi dell’Eurozona. Pur mantenendo livelli elevati, gli spread si attestano al di sotto dei valori raggiunti nello scorso mese e il differenziale BTP-Bund rimane sotto la soglia di 500 punti base. I listini hanno comunque beneficiato delle indicazioni positive giunte dall’esito delle aste di titoli governativi in Europa e dai dati macro statunitensi, in molti casi migliori delle attese. Alcuni spunti confortanti stanno arrivando anche dalle trimestrali statunitensi, anche se si tratta ancora di un campione molto ristretto. Sullo scenario attuale incombe la questione greca, con i negoziati relativi alla ristrutturazione del debito ellenico che sembrano in una fase di stallo. Fondamentale la scadenza di marzo, quando dovrà essere rimborsata la prima cospicua tranche di titoli, oggetto proprio del confronto con il settore privato. Dopo il declassamento della S&P di ben nove paesi dell'area euro, citando l'inadeguata risposta politica a livello europeo alla crisi, assumono un ruolo cruciale gl'incontri tra i leader europei in agenda nei prossimi giorni, con l’obiettivo di definire il cosiddetto fiscal compact (cioè il pacchetto di misure per una rigorosa politica fiscale in tutti i paesi dell’area e meccanismi sanzionatori quasi automatici in caso di inadempienze) e insieme la via pratica al potenziamento della rete di salvataggio attraverso il fondo temporaneo (EFSF) e la futura implementazione di quello definitivo (ESM). Mercoledì 18 si terrà un vertice a Londra Monti-Cameron, il cui obiettivo potrebbe essere il tentativo di riportare Londra tra i paesi aderenti alla nuova disciplina fiscale, mentre venerdì 20, su richiesta francese e per motivi politici interni, è stato sospeso l'incontro a Roma Monti-Merkel-Sarkozy, che avrebbe dovuto agevolare un accordo fra i tre Paesi circa l’approvazione contestuale del fiscal compact e la nuova dotazione e operatività dell’ESM ai successivi vertici del 23 (Ministri delle Finanze dell’area euro) e 30 (summit UE) gennaio. Su queste trattative pesa la spada di Damocle dello swap greco, i cui dettagli potrebbero – e dovrebbero – essere definiti a breve.

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