venerdì 20 gennaio 2012

Eurozona in ripresa

La preoccupazione è stata di breve durata. Una settimana dopo la degradazione del rating da parte di Standard & Poor di nove paesi europei, i mercati sono riusciti a mantenere la calma e persino a migliorare. Hanno chiaramente anticipato la decisione dell'agenzia di rating, e l'hanno confermato giovedì, 19 gennaio, con il successo delle emissioni obbligazionarie in Europa. Infatti, gl'investitori sembrano aver preso in simpatia gli asset ritenuti più rischiosi, come la moneta unica. La Francia ha raccolto un totale di € 9 miliardi e 463 milioni di € sulle scadenze a medio e lungo termine con tassi in forte calo (circa il 3,11% questa mattina, contro 3,76 di fine novembre). La Spagna ha, a sua volta, preso in prestito un totale di € 6 miliardi e 9 milioni, molto più di quanto era la sua decisione di partenza, sempre beneficiando della forte domanda e a tassi d'interesse in discesa, tra cui anche la scadenza a dieci anni, indicando un rilassamento del mercato (circa 5,43% sul venerdì mattina, contro il 6,81% di fine novembre). E i mercati volgono le loro speranze sul notevole incremento dei finanziamenti dal Fondo monetario internazionale (FMI), nell'ordine di 500 miliardi di dollari per rendere meno pesante la crisi nella zona euro e il suo impatto sull'economia globale. Tanto che Mario Draghi si è mostrato chiaramente ottimista ieri giovedì. "Sono molto fiducioso, l'euro sarà in posizione migliore nel 2012", ha detto il presidente della Banca centrale europea (BCE), notando "alcuni timidi segnali di stabilizzazione nell' attività economica ad un livello basso" della zona euro. La quotazione dell'euro è aumentata, oggi venerdì mattina 20 gennaio, ha raggiunto il livello più alto in due settimane, quotando 1,2975 dollari, contro 1,2961 dollari di ieri sera. Tuttavia, dopo tre giorni di rimbalzi, è sceso leggermente a 1,2930 dollari nel tardo pomeriggio, i mercati restano cauti in attesa dei risultati dei negoziati in Grecia. Lo spread Italia-Germania è tornato a scendere e si è attestato a quota 430,9 punti base, a fronte di un rendimento decennale in flessione al 6,29%, al minimo da dicembre.

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