martedì 31 gennaio 2012

Dopo la Grecia a rischio è il Portogallo

La posta in gioco è alta: dopo la richiesta di un prestito straordinario per l'assistenza al paese per un importo di € 130 miliardi promessi dagli europei nel mese di ottobre, ancora non si trova l'accordo nel suo complesso. Questo aiuto è vitale per la Grecia, che deve rimborsare 145 miliardi € di prestiti entro il 20 marzo, altrimenti sarà insolvente. Ma il paese in parallelo sta negoziando, con i suoi creditori privati per ridurre il suo debito di 100 miliardi di euro, una conditio sine qua non per il rilascio degli aiuti UE. Il Primo ministro greco, Lucas Papademos, ha detto che spera di arrivare ad un accordo globale entro la fine della settimana, sia con le banche che con i creditori del paese. E si rifiuta nell'immediato di considerare una richiesta più alta di quanto era stato promesso ad Atene, nonostante il continuo deterioramento economico del Paese. In un momento in cui l'Europa è alla ricerca di soluzioni per evitare un default della Grecia a marzo e per finanziare i debiti con il settore privato, si potrebbe credere che la situazione portoghese possa aspettare. Ma non è così. Il Portogallo ha una nota di rating al di sotto del livello di credibilità di BB+, dalla settimana scorsa. Purtroppo la mancanza di decisioni politiche devono essere pagate in contanti quando si tratta di paesi indebitati. In meno di un mese il tasso a dieci anni, pubblicato da Bloomberg, è salito dal 12 al 17%. E' quasi un'embolia. Mentre il Portogallo è già impegnato nella realizzazione di due piani di austerità come la Grecia, la situazione è ormai al collasso. La Commissione europea si aspetta un debito del 100% del PIL nel 2011, contro l'83% del 2010. Il suo deficit di bilancio dovrebbe attestarsi al 6,4% del PIL. Inutile dire che alcune di queste prestazioni sono dovute alla recessione prevista in Portogallo che dovrebbe raggiungere il 3-5%. Ma anche a Lisbona come ad Atene ci sono difficoltà di attuazione. Questo scenario è molto simile a quella della Grecia in quanto non è chiaro come, senza l'intervento immediato del Fondo Monetario Internazionale o del Fondo europeo, con l'aiuto delle banche, si può evitare che il Portogallo possa salire dall'attuale tasso del 17% sui titoli a scadenza un anno al tasso della Grecia del 34%. Se una ristrutturazione è meno dolorosa, ancora una volta, se ci fosse stata un'azione forte, lo scorso anno, non ci sarebbe stato bisogno di alcun sacrificio. Fortunatamente, gl'importi sono circa 150 miliardi di euro contro € 440 miliardi per la Grecia. E' essenziale evitare una seconda trappola come quella greca. Inoltre, gl'investitori sono convinti che la mancanza di azione in Europa, in Portogallo, si applica alla Grecia. L'accordo europeo di ottobre non è ancora andato a buon fine: che dire di quella del 21 luglio? E' la paralisi politica europea la fonte di contagio.Il New York Times ha recentemente pubblicato una stima del credito delle banche americane in 5 paesi in difficoltà. L'importo è insignificante: 60 miliardi di euro su un totale di 3.500 miliardi di euro di debito in circolazione. Il terzo di tale importo è coperto da credit default swap (CDS). Anche così, Wall Street resta nervosa, temendo un effetto domino sempre possibile. Di seguito i tassi sui titoli di stato:

Portogallo: tasso di bond a 2 anni: 21,008%.

Portogallo: tasso di bond a 3 anni: 24,478%.
Portogallo: tasso di bond a 5 anni: 22,874%.
Portogallo: tasso di bond a 10 anni: 17,393%.
Secondo i datori di lavoro portoghesi, per salvare il Portogallo, le banche e i privati: si dovranno trovare altri 30 miliardi di €.

0 commenti: