sabato 26 novembre 2011

Titoli di stato italiani e fibrillazioni in Borsa

Orecchie e nervi tesi in Borsa in attesa di conoscere le prime mosse del governo su come deciderà di affrontare la crisi di mercato finanziario. Una parte della stampa estera, soprattutto quella statunitense punta ad aumentare le fibrillazioni sui mercati di tutto il mondo, in modo da portare a casa almeno due obbiettivi. Il primo: alimentare al massimo i guadagni della speculazione, dollaro contro euro, montante in queste settimane. Il secondo costringere la Germania ad allentare i cordoni della borsa e privarsi di una parte dei guadagni che l'attuale posizione di rendita le consente. Ieri i BTP italiani hanno registrato una giornata con movimenti relativamente modesti, ma con gli spread dei BTp pericolosamente vicini ad una rendita dell'8%. Al momento lo scarto tra i benchmark decennali di Italia e Germania è sostanzialmente stabile tra un range di 490 e 510 punti base. Il rischio Italia si attesta sulla soglia del 7,40 /7,70% su tutte le scadenze che vanno dai 2 ai 30 anni. Il risultato è che la curva italiana ha assunto una forma sostanzialmente piatta, con una lievissima inversione nel tratto 3-10 anni. La vera novità invece arriva dai contatti in essere tra BCE e FMI. I Paesi Nordici dell'area euro, capitanati dalla Germania, chiedono apertamente un ruolo più forte per l'istituzione di Bretton Woods. Christine Lagarde, il direttore generale del Fmi che sta facendo la spola fra Washington, le capitali europee e quelle dei Paesi 'Brics' chiamati a rafforzare le tasche del Fondo, lo dice da tempo: se chiamati, siamo pronti. Dopo il vertice di giovedì a Strasburgo, la posizione tedesca, di fatto, ha mandato in stand-by il progetto, auspicato da molti, degli eurobond, e per quello di una Bce prestatrice di ultima istanza agli Stati. Il Fmi ha una dotazione di circa 440 miliardi di dollari che andrebbe rafforzata se dovesse spegnere un incendio anche in Paesi di dimensioni maggiori. A questo punto potrebbe entrare in gioco la Bce che, secondo indiscrezioni circolate sul Wall Street Journal giorni fa, potrebbe prestare fondi all'istituzione di Washington, in qualche modo aggirando il divieto dei trattati a finanziare gli Stati. Secondo una fonte interpellata dall'ANSA ci sono aperti più scenari: "Se chiamato, il Fondo è disponibile", e per quanto riguarda la Bce "ci sono diverse possibilità". La stessa fonte spiega che il Fondo ha preparato "diversi piani di contingenza". E ricorda che, di fronte all'aggravarsi della crisi europea, il Fondo tre giorni fa ha annunciato una revisione dei suoi meccanismi di prestito, con più flessibilità, e una particolare attenzione per i Paesi con "fondamentali solidi" finiti in difficoltà, per "rompere la catena del contagio". Quest'ultima postilla sembra riguardare in modo particolare l'Italia, la Francia, l'Olanda e la Spagna.

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