martedì 22 novembre 2011

L'Ungheria in crisi di contagio chiede aiuto al FMI

L'Ungheria è il primo paese dell'Europa orientale a cadere sotto il contagio da stress di debito dell'Eurozona. Dopo aver allontanto in modo brusco gl'ispettori del FMI lo scorso anno è tornata con molta umiltà a chiedere aiuto al Fondo monetario internazionale. Un Fiorino sempre più debole e rendimenti obbligazionari in aumento hanno costretto Fidesz, al governo del paese, a mettere da parte l'orgoglio e chiedere un credito precauzionale sia al Fondo monetario internazionale che all' Europa, di circa 4 miliardi di €. La probabilità crescente che il debito dell'Ungheria venga prossimamente declassato, perchè in due anni i rendimenti dei titoli di stato sono schizzati dal 5,5% al 7,5%, hanno accelerato la richiesta di nuovi fondi. Neil Shearing di Capital Economics ha dichiarato: "L'Ungheria è un segnale di avvertimento, perchè, nella regione, è il paese dove i rischi sono più acuti, quindi è il paese da dove possono iniziare i problemi con il timore che questi poi si diffondano all'Ucraina e all'intera area dei Balcani. L'Est Europa ha un enorme fabbisogno di finanziamento esterni per il sistema bancario. Essi non saranno in grado di assorbire i debiti se c'è un congelamento del credito nell'Europa occidentale". Shearing ha aggiunto che, a suo parere, l'Ungheria dovrà raccogliere, il prossimo anno, finanziamenti esterni pari al 18% del PIL. I prestiti necessari per la Croazia sono pari al 14%, e al 13% per la Bulgaria. L'Europa dell'Est è dipendente dalle banche dell'Eurozona e dalle loro controllate per circa l'80% del suo sistema bancario. Secondo uno studio della Deutsche Bank la regione è vulnerabile ad una crisi del credito con gruppi bancari stranieri che hanno bisogno di capitali per 2000 miliardi di € entro 18 mesi, per soddisfare le richieste dell'Unione europea per portare il core tier 1 delle banche al 9% del capitale. I Regolatori occidentali hanno già cominciato a suggerire alle banche di tagliare i prestiti all'estero per scongiurare una stretta in casa. La Banca centrale austriaca ha ordinato a Erste Bank, Raiffeisen Austria e Unicredit di limitare i prestiti in Europa orientale a quanto può arrivare dai depositi locali, forse una mossa di Vienna per salvaguardare il rating AAA proprio in mezzo alla tempesta economica e monetaria. L'esposizione dell'Austria verso l'Europa orientale è vicina ai 240 miliardi di €, o al 70% del PIL. Le loro controllate hanno in bilancio il 40% dei prestiti alla Croazia, il 30% e il 25% rispettivamente alla Romania e alla Ungheria. La società Fitch Ratings ha avvertito lunedì che le banche europee dell'Est devono fare un passo indietro se s'intensificherà la crisi del debito dell'Eurozona. "Lo stress potrebbe diffondersi dall'Eurozona centrale a quella orientale delle banche in Europa. Sebbene le filiali delle banche dell'area euro sarebbero in grado di sostenere una certa riduzione dei finanziamenti dalle case madri, esse potrebbero essere costrette a tagliare la concessione di crediti e ridurre ulteriormente i propri bilanci, con un impatto negativo sulla crescita del PIL ", ha detto. Lars Christensen di Danske Bank ha dichiarato che gli Stati Balcani sono in prima linea come finanziatori del debito greco ed è arrivato il momento di chiudere i rubinetti. "La Bulgaria deve affrontare una stretta significativa perché le banche greche e italiane hanno in bilancio il 60% dei loro mutui", ha detto. La storia in Ungheria è complicata da un governo accusato di violare i principi dell'Unione europea su tutta la linea, dalla confisca delle pensioni private ad abusi fiscali e giudiziari e ai bavagli imposti alla libertà di stampa."Non stanno seguendo lo stato di diritto", ha detto Christensen. "Questa ultima mossa di tornare al FMI è in odore di disperazione. Hanno compiutoto un voltafaccia". Non è chiaro come il Fondo monetario internazionale risponderà, dato che i leader ungheresi hanno votato contro le richieste di cambiamenti di politica estera della UE. "Non si può ricorrere al FMI solo quando si ha bisogno mentre poi sulle sue politiche non si è mai d'accordo " ha dichiarato Peter Attard Montalto di Nomura. La dura realtà può dettare gli eventi. Il debito pubblico è vicino 80% del PIL, l'economia ha una crescita vicino allo zero e il 7% o 8% di oneri finanziari. L'Ungheria deve rimborsare 5,9 miliardi € di prestiti all' UE-FMI, a partire dall'inizio del prossimo anno, essa ha bisogno di finanziamenti esterni per il 2012 sino al 34% del PIL, comprese le necessità delle banche. Quasi due terzi dei mutui e indebitamento delle famiglie sono nel super-forte franco svizzero, creando un disallineamento letale con la valuta che può far crollare il Fiorino. La banca centrale potrebbe dover alzare i tassi per sostenere la moneta, anche se la recessione minaccia l'economia ungherese. Purtroppo oggi l'Ungheria si trova nella classica morsa del debito estero.


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