giovedì 3 novembre 2011

L'Euro è la priorità

Una breve lettura dei quotidiani oggi in edicola nel mondo, tutti o quasi tutti scrivono degli sforzi che i governanti europei stanno mettendo in atto per difendere l'euro.

THE WALL STREET JOURNAL - In apertura, "Pressione sulla Grecia al G20".

THE GUARDIAN - "Un nuovo patto per la Grecia: vota ‘sì' o non ti diamo i soldi".

THE INDEPENDENT - In apertura, "L'ultimatum dell'eurozona alla Grecia: dentro o fuori" .

THE DAILY TELEGRAPH - "La Grecia verrà tagliata fuori in caso di esito negativo del referendum".

FINANCIAL TIMES - In apertura, "L'Europa aumenta il pressing sulla Grecia".

LE FIGARO - In apertura, "Sarkozy e Merkel mettono la Grecia con le spalle al muro". LIBÉRATION - In apertura, "Crisi dell'euro, il G20 triste". In alto, "G20, Atene viene richiamata all'ordine".

Il vertice del G20 inizia ufficialmente oggi a Cannes, la priorità è l'euro, non la Grecia: stavolta Sarkozy e la Merkel sono impegnati al massimo per salvare l'Euro e la loro faccia dai ritardi con cui hanno affrontato la vicenda greca e la speculazione che le grandi banche franco-tedesche hanno fatto con il debito sovrano greco, guadagnando sugli interessi e tentando oggi di scaricare sui paesi dell'Unione Europea, le perdite di un eventuale default greco. Con una popolarità in caduta libera, incalzato dai socialisti e dal loro candidato per le presidenziali di primavera, Francois Hollande, pressato da scandali e dai francesi depressi dalla crisi, Nicolas Sarkozy contava sulla presidenza di questo G20 per risalire la china della popolarità e lustrare di nuovo la sua immagine diventata sfocata. A mettergli per ultimo il bastone fra le ruote è stato Georges Papandreou, il primo ministro greco che a 24 ore dall'evento di Cannes gli ha fatto lo sgambetto annunciando il referendum che rimette tutto in discussione. E così, Sarkozy ha convocato tutti per una vigilia di fuoco sulla Costa Azzurra, presentandosi prima alle autorità istituzionali europee e del FMI, poi anche a Papandreou stesso, come irriducibile difensore della moneta europea insieme con la cancelliera Angela Merkel. La Merkel è stata durissima, anche più del presidente francese. L'aut aut ai greci della cancelliera è stato chiarissimo, "se i greci ci stanno bene, altrimenti la nostra priorità è l'euro", ha tuonato. Dura, senza fare una piega e senza innervosirsi. Il carattere ha invece tradito ad un certo punto la stanchezza e il nervosismo del capo dell'Eliseo, che alla domanda di un giornalista sul rischio di una catena di paesi che escono dall'euro se la Grecia viene mollata, ha risposto: "adesso che volete dire? Che noi siamo decisionisti? Il problema dell'Europa non è che ha troppa leadership, è che ne ha poca...". Sarkozy, anche in questa occasione, ha ribadito quello che è il pensiero di buona parte della società francese e non solo di quella nazione: "il popolo greco è libero di decidere quello che vuole anche di suicidarsi, ma i responsabili della stabilità nell'eurozona la devono difendere". E ancora: "non lasceremo distruggere l'Euro, non lasceremo distruggere l'Europa". Accenti duri, facce scure, insistenza su una "situazione grave", sul "momento difficile". L'Europa con il suo autoproclamato "motore" perde colpi, i conducenti stanno provando a dare una sterzata. E il G20 non è ancora cominciato.

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