mercoledì 23 novembre 2011

La crisi europea mette in difficoltà l'economia della Cina

Secondo la Banca Mondiale, l'economia cinese affronta i rischi crescenti di una crisi del debito sovrano europeo con il timore che potrebbe generare un rallentamento di tutto l'apparato economico cinese e un atterraggio morbido anche in presenza di un allentamento della politica monetaria. La Banca Mondiale, in una nota economica di aggiornamento semestrale sull'Asia orientale e Pacifico, ha rivisto le previsioni di crescita per il 2011 della Cina, e si attende una crescita più lenta a partire dal prossimo anno. L'istituto di credito ha anche tagliato le previsioni di crescita per lo sviluppo dell'intera aria asiatica a causa della debole domanda di esportazioni proveniente dai paesi sviluppati e, in modo particolare, anche dalla Thailandia a causa delle inondazioni che hanno colpito l'industria manifatturiera di quel paese. Bert Hofman, economista capo della Banca Mondiale per l'Asia orientale e il Pacifico, ha dichiarato che: "A conti fatti, crediamo che mentre ci sono problemi in Cina, la gestione di questi e l'ordine di grandezza sono gestiti in modo che non portino necessariamente ad un forte rallentamento, come alcuni hanno previsto".La Cina crescerà del 9,1% quest'anno, sempre secondo la Banca Mondiale, un pò di più rispetto alle precedenti previsioni che a marzo erano del 9,0%. Nel 2012, la crescita rallenterà all'8,4%. La Cina, secondo Hofman, potrà continuare a crescere con tassi del 9-10% all'anno per il prossimo futuro, sulla base dell'esperienza di altri paesi che hanno un reddito di circa 4.000 € per abitante, che è poco più del reddito pro-capite degli abitanti della Cina. Quest'anno, il loro livello di crescita è minore rispetto lo scorso anno, a causa dell'indebolimento della domanda esterna che ha fatto calare investimenti ed esportazioni. La stretta monetaria ha anche rallentato gl'investimenti di quest'anno, ma ora c'è più spazio per normalizzare la politica visto il calo dell'inflazione. Il vice premier cinese Wang Qishan, durante il weekend, ha dichiarato che a lungo termine la recessione globale è certa e la Cina dovrebbe concentrarsi sulla soluzione dei problemi della sua economia. Politiche volte ad arginare gli aumenti dei prezzi dei terreni potrebbe mettere in difficoltà alcuni governi locali, che hanno contratto pesanti prestiti sotto la pressione di una politica espansiva. E' improbabile la riduzione della leva finanziaria, perchè al contrario del mercato immobiliare americano, le famiglie cinesi tendono ad anticipare più soldi nell'acquisto di case per cui i mutui sono più piccoli. Infatti un recente studio della Banca Mondiale effettuato con il Fondo Monetario Internazionale, ha anche mostrato che il sistema bancario cinese è in grado di sopportare tassi di cambio più elevati e shock di tassi d'interesse in salita. Escludendo la Cina, lo sviluppo dell' Asia orientale quest'anno sarà del 4,7%, molto più basso rispetto alla precedente previsione del 5,3%, per un rallentamento dei paesi sviluppati e politica monetaria più restrittiva. Secondo il rapporto,gli investitori, spostando soldi dai paesi asiatici potrebbero portare a più volatilità nei mercati obbligazionari di tutto il mondo, ma questo potrebbe aiutare alcuni paesi che stanno cercando di contenere i prezzi degli asset debitori. Secondo la Banca Mondiale, l'enorme liquidità circolante in quei paraggi potrebbe aiutare le finanze pubbliche di molti paesi asiatici qualora li utilizzassero concentrandoli su investimenti a lungo termine per migliorare l'istruzione, la sicurezza sociale e la produttività del lavoro.

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