venerdì 4 novembre 2011

La Commerzbank e il debito sovrano greco

La seconda banca tedesca ha registrato una perdita netta di 687 milioni di euro nel terzo trimestre, appesantita da quasi 800 milioni di euro di svalutazioni sui suoi titoli di Stato greci. E' impegnata per il 2012 a raggiungere il suo obiettivo di 4 miliardi di utili imponibili ante imposte. La principale causa: nuove massicce svalutazioni sul portafoglio di obbligazioni greche, proprio mentre in questi giorni al G20 di Cannes si discute del destino della Grecia nell'area dell'euro. La seconda banca tedesca ha ridotto del 52% (798 milioni) il valore di questo portafoglio in bilancio per far emergere un patrimonio netto di 1,4 miliardi di euro. Martin Blessing, CEO della banca, ha dichiarato che già dal secondo trimestre, le condizioni di mercato non avrebbero permesso di raggiungere questo obiettivo. La Commerzbank, di proprietà al 25% dallo Stato federale tedesco, ha un rapporto di capitale "hard" del 9,4% a fine settembre, ma dovrà adottare misure per ottenere le conformità alle nuove esigenze di capitale fisso alla fine di ottobre dal regolatore europeo EBA bancario. "Possiamo raggiungere il rapporto di capitale richiesto, per esempio, riducendo le attività rischiose in alcune aree non strategiche, con la vendita di attività non strategiche e mantenere i profitti e non abbiamo intenzione di utilizzare il denaro pubblico", hanno dichiarato funzionari della Commerzbank. Un modo per mostrare un capital ratio più robusto è ridurre la propria attività di rischio. Così, la sua sussidiaria dei mutui Eurohypo, oggi in difficoltà, dovrà "temporaneamente fermare" qualsiasi nuova attività. La banca nel suo insieme rinuncerà, temporaneamente, ad ogni nuova attività di credito in paesi esterni a Germania e Polonia, che sono i suoi due mercati chiave. La banca continuerà inoltre ad alleggerire il portafoglio di titoli obbligazionari dei paesi cosiddetti "PIIGS" (Portogallo, Italia, Irlanda, Grecia, Spagna). Dall'inizio dell'anno, la sua esposizione verso questo gruppo di paesi è stato ridotta del 20%, raggiungendo i 13 miliardi di euro. L'Italia pesa in questo set per 7,9 miliardi di euro.

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