venerdì 18 novembre 2011

Il taglio del debito della Grecia non faciliterà i conti nel breve termine

Gli investitori possono decidere di accettare il 50% o meno del dovuto, ma ad un tasso di interesse molto più alto. I negoziatori dell'Institute of International Finance, un consorzio di detentori di obbligazioni greche, hanno accettato di scambiare i loro attuali crediti con nuovi titoli al 50% del loro valore attuale, anche se la cifra finale deve ancora essere contrattata In cambio, essi intendono chiedere che il tasso di interesse futuro per i nuovi titoli sia di circa l'8% all'anno. Ciò significa che gli obbligazionisti riceveranno quasi la stessa quantità d'interessi che percepiscono attualmente. In altre parole, il costo per il governo greco per onorare il debito enorme non potrà scendere di molto, se non del tutto. Il rapporto debito-PIL scenderà perchè ci sarà meno debito da rimborsare, ma la parte della spesa pubblica ingoiata con il pagamento degli interessi sulle obbligazioni resterà la stessa. Sarà come cambiare un mutuo da 200.000 € al 5% annuo con un mutuo di 100.000 € al 10% all'anno. Si pagherà meno, ma l'importo mensile che lo stato greco metterà al servizio del prestito rimane lo stesso, in questo modo le casse statali non sentiranno subito il beneficio. I rappresentanti dei creditori internazionali della Grecia riprendono oggi la loro missione ad Atene. Gli appuntamenti di Pauel Tomsen (FMI), Matthias Mors (UE) e di Claus Mazuch (BCE) con il ministro delle Finanze greco, Evangelos Venizelos e i funzionari della Ragioneria Generale dello Stato, sono già stati fissati, secondo quanto scrivono i giornali, è possibile un incontro con il nuovo premier, Lucas Papademos. Lo scopo è quello di concludere le trattative con il governo ellenico e dare il via libera alla concessione della sesta tranche da 8 miliardi di euro, ultima parte del primo pacchetto di aiuti concessi al Paese, per salvare la sua economia dalla bancarotta. Ma anche aprire la strada per le trattative riguardo al nuovo pacchetto di aiuti da 130 miliardi di euro deciso dai partner europei durante il vertice del 26 ottobre.

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