sabato 13 agosto 2011

L'oro in salita destabilizza l'economia reale

Crisi tunisina, egiziana, siriana, riforma marocchina, tensione algerina; crisi dal 2008 crisi finanziaria islandese, portoghese, greco, italiano, spagnolo, QE1, QE2, crisi americana della tripla AAA, acquisti di oro da parte delle banche centrali, il successo dell'ETF oro, franco svizzero che quasi raggiunge la parità con l'euro, la rivalutazione dello yen ... Nonostante questi eventi e l'isteria dei media che li circonda, l'oro sta vivendo un notevole incremento di valore sino a 1.750/1800 dollari l'oncia, ma in modo tranquillo e ordinato. E anche se in qualche momento barcolla, l'isteria di mancanza d'oro non mette in dubbio una sopravvalutazione del lingotto. Per partecipare gli acquirenti del pianeta si sono circondati da monete, lingotti, oro ETF, ETF etc... Un mercato si corregge quando l'autorità di regolamentazione aumenta i costi delle operazioni, i rapporti di posizione, o li chiude temporaneamente finchè l'isteria scompare. In questo momento si cercano invano gli sforzi di un arbitro o di una riforma dell'economia globale che ripristini la fiducia perchè questo è il primo stimolo per un calo dei prezzi dell'oro. In nessun momento, l'arbitro consiste nelle azioni di quei governi e delle autorità monetarie. Nessuno ha rotto il momento d'oro, figlio di sospetti, dubbi e paure. L'arbitro non è quello che rivela la voragine del debito, né colui che dà le note ( da tanti sussurrate), in una parola l'agenzia di rating. L'arbitro non è il mercato, che è un teatro dove vengono stampati i risultati. L'arbitro non è una forza rapida d'intervento di una possibile risposta finanziaria internazionale. Il mondo finanziario dovrebbe essere governato da un organismo sovranazionale, una finanziaria delle Nazioni Unite, ognuno con una voce? La risposta sta nella confusione della questione. L'arbitro non è un altro prodotto. Lo scambio di oro contro platino o altri metalli o altri prodotti non risolverà il problema. Tuttavia, c'è da notare che ferro, carbone, rame, alluminio, zinco, platino, argento, petrolio, gas naturale, grano, mais, semi di soia, sono ben al di sopra dei livelli di dicembre 2008. L'arbitro non è la Cina, il più grande produttore mondiale, che, come Paperone rivela la sua debolezza quando è preoccupata per la sicurezza degli asset cinesi in dollari. La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza del mondo, ora ha tutto il diritto di chiedere quale indirizzo gli Stati Uniti vorranno prendere per gestire il loro debito strutturale e garantire la sicurezza degli asset cinesi in dollari. "Supervisione internazionale sulla questione dollari e dovrebbe essere introdotta una nuova moneta, stabile e sicura di riserva globale. Può anche essere un opzione per evitare un disastro causato da qualsiasi singolo paese", come riportato da Xinhuanews. Tuttavia, l'idea espressa da ambienti economici cinesi, segnata da minacce così come debolezza o di panico (gli Stati Uniti saranno in grado di ripagare il loro debito in futuro? Ridurranno le loro forze armate? Venderanno le Hawaii per pagare?). Non è l'inizio di una isteria liberatoria, l'oro a 3.000 dollari l'oncia o più, che precederà la soluzione? In questo momento non si conosce bene cosa ci aspetta all'orizzonte, se ci fosse una sola agenzia di rating per diffondere l'oro e se l'oro avesse la tripla AAA sarebbe veleno. Questo è un grande ossimoro: si noti l'oro, il debito di nessuno. Il prezzo dell'oro ha chiuso oggi in ribasso. Il future con scadenza dicembre ha perso al NYMEX lo 0,5% a $ 1.742,60 all'oncia. L'aumento della tendenza al rischio sui mercati finanziari ha fatto scattare delle prese di beneficio sul metallo giallo. Durante l'intera settimana il prezzo dell'oro ha guadagnato il 5,5%. L'oro si era apprezzato già durante le precedenti cinque settimane. Anche se nel breve termine non è escluso un ulteriore ritracciamento, le prospettive del prezzo dell'oro sembrano promettenti. La Federal Reserve ha indicato martedì scorso che i tassi d'interesse resteranno a dei livelli eccezionalmente bassi almeno fino alla metà del 2013 e che è pronta a prendere delle nuove misure per sostenere l'economia. Le probabilità di un nuovo allentamento quantitativo sono sicuramente aumentate dopo i recenti deboli dati macroeconomici. La situazione in Europa continua inoltre ad essere molto incerta. Le turbolenze di questa settimana hanno chiaramente segnalato che la crisi del debito sovrano è lungi dall'essere finita.

0 commenti: