lunedì 21 febbraio 2011

Il prezzo del petrolio sale, mentre gli occidentali lasciano la Libia

Il sito dell'Ente Nazionale Idrocarburi (ENI) informa che è in corso sia il rimpatrio dei famigliari dei propri dipendenti, come già previsto a seguito della chiusura anticipata delle scuole nel Paese, sia dei dipendenti non strettamente operativi". "In questo momento l’Eni non ravvisa alcun problema agl’ impianti e alle strutture operative. Le attività proseguono nella norma senza conseguenze sulla produzione. Eni, tuttavia, sta provvedendo a rafforzare ulteriormente le misure di sicurezza a tutela di persone e impianti", conclude il comunicato.
In Borsa a Milano l’ Eni soffre in modo particolare e lascia sul parterre oltre 2,5 punti percentuali a 17,90 euro. La produzione oil & gas dell’Azienda, in Nord Africa, è pari a 573 mila barili al giorno, il 32% del totale. A livello di singoli Paesi la Libia pesa per il 13% della produzione totale, con 244 mila barili al giorno. L'intero Maghreb contribuisce all'Ebit del colosso petrolifero italiano per circa 4 miliardi di euro e il 20-24% del complessivo gas importato. Gli occhi di tutto il mondo oggi sono puntati sulla zona nord-africana e medio orientale per le implicazioni sulle politiche economiche e finanziarie del globo. In mattinata gli operatori hanno valutato con attenzione le stime flash del Pmi di febbraio della Francia, Germania e zona euro. Per la zona euro, le attese sono per un dato sostanzialmente stabile per il manifatturiero a 57,3 punti, e per un lievissimo miglioramento sul terziario, a 56,0 punti dai precedenti 55,9. Oggi la pubblicazione dell’indice IFO tedesco, che ha fatto registrare quota 85,9 punti, contro gli 84,2 della pubblicazione precedente, ha rasserenato per qualche ora le borse perché il risultato è stato migliore delle aspettative, perchè stimato ad 85 punti. IFO, acronimo di Institut fur Wirtschaftforschung ed è uno degli indicatori di mercato più usati nel paese tedesco. Analizza la politica economica e misura il livello dell’attività economica in Germania, l’indice viene pubblicato direttamente dall’Ifo Institute for Economic Research, che ha sede a Monaco di Baviera. A Londra l'indice Ftse segna in avvio di giornata -0,27% a 6.066 punti, a Francoforte il Dax -0,22% a 7.410 punti e a Parigi il Cac -0,20% a 4.148 punti. Negativi anche gli indici Aex con -0,24% a 373 punti e Bel con -0,42% a 2.743 punti.
A spaventare gli investitori, in una giornata in cui Wall Street è chiusa per la celebrazione del President's Day, è proprio l'impennata dei prezzi del petrolio, che vedono il Brent salire fino a 105 dollari al barile, al massimo dal settembre del 2008. In aumento i futures sul greggio che sono scambiati a New York, i contratti sono arrivati a balzare di più di 3 dollari fino a 89,78 dollari al barile.

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