martedì 6 luglio 2010

Manovra finanziaria

Giovedì, se tutto va bene, la manovra approderà al Senato per la discussione in aula. Come si può leggere stamani in un sottotitolo del “Il Sole 24ore”. I saldi sono invariati, i tagli alle regioni restano nella cifra indicata in prima stesura pari a 14,8 miliardi di €. In questo momento con una ripresa che stenta ad essere tale, l’unica cosa non auspicabile è una crisi politica al buio in quanto non sembrano essere maturati quei cambiamenti che possono dare uno slancio al paese Italia. Oggi dopo gl’infruttuosi G8 e G20, in cui le uniche decisioni sono state un appello a risparmiare e divenire virtuosi, si vedono in Europa forti tentativi di modificare la spesa pubblica. In Germania, in Gb e soprattutto in quei paesi considerati periferici dell’Eurozona dove recentemente lo spread tra titoli di stato tedeschi e i vari Bonos di Spagna, Portogallo Grecia, e con qualche contaggio anche per i BTP italiani si sono allargati pericolosamente, ci sono buoni tentativi di limitare gli sprechi e risparmiare per il futuro. Parimenti anche per l’Italia è giunta l’ora che faccia la sua parte. Una riflessione andrebbe fatta, perché le denunce dell’opposizioni sono sempre generiche, su questioni di principio e difficilmente vanno alla radici dei problemi? Chi abita al Nord si rende conto che a distanza di 140 anni dall’Unità d’Italia, la cultura diffusa nel paese non si è ancora omogenizzata. Si è assistito a proclami incomprensibili da parte del primo cittadino della Capitale di sfondamenti vari, quando 12 anni dopo l’imposizione di un pedaggio già pagato dagli automobilisti milanesi sulle tangenziali viene richiesto anche agli automobilisti laziali. E’ l’equa distribuzione dei pesi e dei risparmi la base dell’Unità di una Nazione. Per il resto tra Senato e Camera ci sono più di 1050 persone deputate a trovare la migliore soluzione per il bene del Paese, l’ora è giunta che mettano anche loro a profitto le proprie conoscenze per il bene di tutti.

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