lunedì 14 giugno 2010

Vita dura per l’Euro

Un altro paese della cosiddetta lista dei PIGS, la Spagna ,è entrato nell’ occhio del ciclone. Questa mattina sulla prima pagina del "Frankfurter Allgemeine Zeitung" (Faz) che titola "Paura per la Spagna" il quotidiano indica di aver appreso da fonti governative tedesche che la situazione delle finanze spagnole «si è così aggravata che gli Stati dell'Ue non possono aspettare il vertice europeo di giovedì prossimo. Pronta la smentita da parte del vice-ministro delle Finanze spagnolo, Carlos Ocana, che ha affermanto che la Spagna non sta chiedendo alcun tipo di finanziamento all'Unione europea aggiungendo che Madrid non ha problemi nel ripagare il proprio debito. Anche la Commissione europea ha smentito le indiscrezioni pubblicate dalla Faz definendole «pure speculazioni». Secondo il portavoce del commissario Ue agli Affari Economici e Monetari Olli Rehn “non esiste alcuna richiesta di assistenza finanziaria da parte di alcun paese. Pochi giorni fa - ha aggiunto il portavoce - è stato messo a punto un meccanismo che in caso di necessità garantirà la stabilità finanziaria della zona euro. Ma finora nessun governo ha chiesto di ricorrervi. Dunque - ha concluso - non c'è nessun preparativo per nessuno Stato»
Questa sera nella conferenza stampa che ha fatto seguito al vertice franco-tedesco a Berlino la cancelliera Angela Merkel ha dichiarato che il fondo di 750 miliardi di € organizzato dalla UE per quei stati che ne avessero bisogno, può essere attivato in ogni momento.
In effetti a preoccupare Bruxelles sarebbe lo stato di salute delle banche spagnole. A destare particolare inquietudine, infatti, sono le casse di risparmio, che cercano nella concetrazioni di questi giorni la possibilità di disinnescare la bolla immobiliare e i mutui incagliati dopo il boom delle costruzioni e dell’invenduto del settore. Si valuta in circa un milione gli appartamenti di difficile alienazione. A questo si deve aggiungere l’ esposizione del settore bancario verso l'Eurozona che per la Spagna è di 602 miliardi di euro, mentre quello di Grecia, Portogallo e Irlanda assieme ammonta a 705 miliardi. Tra le banche più esposte verso la Spagna vi sono quelle francesi (206 miliardi) seguite dalle tedesche (167 miliardi) e - a differenza di quel che succede in Grecia, Portogallo e Irlanda - anche quelle Usa, con crediti per 140 miliardi, maggiori di quelli concessi dal settore bancario britannico (115 miliardi ). In totale, l'esposizione ai quattro paesi più colpiti dalla pressione dei mercati - Grecia Portogallo, Irlanda e Spagna - si concentra per un 61% nei paesi dell'eurozona, in che rende più probabili le possibilità di contagio in caso di default di uno dei quattro. La Faz scrive che una crisi della Spagna sarebbe più difficile da superare per l'Europa rispetto a quella greca, poichè questa contribuisce solo con il 2,5% al totale del Pil europeo, mentre la percentuale della Spagna è di quasi il 12%.

1 commenti:

Unknown ha detto...

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