domenica 27 giugno 2010

Lo Yan si rivaluta

Il banchiere centrale cinese Yi Gang, uno dei vice governatori che è anche il capo dell’ufficio regolatore di valuta della nazione, ha detto, in un discorso pronunciato in un forum finanziario di Shanghai di ieri, che le politiche monetarie della nazione sono flessibili e che i responsabili politici hanno "spazio di manovra". Gli analisti sono divisi sulla questione se la Banca di Popolare Cinese alzerà i tassi d’ interesse fin da quest'anno rispetto ai livelli di pre-crisi. La terza economia più grande del mondo, aumentando i tassi, farebbe diminuire le tensioni valutarie e finanziarie. Questa aspettativa è sostenuta da un sondaggio di “Bloomberg News” effettuato la scorsa settimana. Li Daokui, consigliere accademico della banca centrale, ha detto ai giornalisti in occasione del forum stesso di ieri che le aspettative d’ inflazione sono in calo, indebolendo la possibilità che ci sia un aumento dei tassi d’interesse a breve. In Cina, passi verso un ritorno al pre-crisi 2009 sono state effettuate circa 15 giorni orsono con un aumento delle riserve obbligatorie delle banche e nella prospettiva di uno yuan più flessibile. La banca centrale ha indicato la scorsa settimana che lo yuan è fisso contro dollaro, dal luglio 2008, in questo modo è stato eliminato il maggiore guadagno degli ultimi 18 mesi contro la valuta statunitense . Yi ha detto di non sottovalutare gli effetti che una politica economica può comportare quando un paese ha mantenuto un rapporto fisso con un' unica moneta, che ha l'insieme dei tassi di interesse a zero, o ha avuto il debito pubblico eccessivo, in breve l’ ha definita “la politica dei vicoli ciechi”.
Ha poi continuato dichiarando che “la Cina ha diverse politiche monetarie attualmente in vigore tutti aventi flessibilità e spazio di manovra in modo che si possono allentare o stringere ogni volta che si ritiene appropriata questa politica.” In USA gli economisti sono divisi, in un sondaggio effettuato la settimana scorsa, otto dei 14 economisti interpellati hanno dichiarato di prevedere che la People's Bank of China alzerà al 5,31% il tasso di riferimento sui prestiti a un anno. Alla fine di dicembre, solo sei non prevedevano alcun cambiamento. Il governo vuole sostenere l'espansione della nazione, mentre i prezzi degli immobili si raffreddano, valuta il contenimento dei costi di beni di consumo dopo la crescita record del credito che ha aumentato il rischio di un inflazione fuori controllo. Il prodotto interno lordo è cresciuto dell’11,9% nel primo trimestre di quest’ anno, il ritmo più veloce da tre anni. L'inflazione ha superato il tetto massimo del 3% che era l’obbiettivo del governo per quest’anno. "L'obbiettivo di rialzo dei tassi di interesse è quello di gestire le aspettative d'inflazione, così ha dichiarato Li, il consigliere della banca centrale, ai giornalisti ieri. La sua visione contrasta con quella di Tim Condon, un economista con base a Singapore dell’ ING Groep NV. L'economia cinese si è ripresa "ed è il momento di normalizzare le politiche "per evitare ulteriori eccessi dopo che la bolla immobiliare ha surriscaldato il mercato e i prestiti dei governi locali sono cresciuti. L'aumento dei tassi di riferimento ai livelli pre-crisi contribuirebbe a ridurre "la pressione al rialzo dei prezzi, e a scoraggiare la speculazione con un eccesso di investimenti "

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