mercoledì 2 giugno 2010

L’IPOST l’Istituto previdenziale dei lavoratori delle Poste chiude

Il Decreto che il Presidente della Repubblica ha emanato il 31 maggio u.s. ai sensi degli art. 77 e 87 della Costituzione e su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministro dell’economia Tremonti e delibera del Consiglio dei Ministri, vista la straordinaria necessità e urgenza di emanare disposizioni per il contenimento della spesa pubblica e per il contrasto all’evasione fiscale, nonché per il rilancio della competività economica alla voce:
Soppressione ed incorporazione di enti ed organismi pubblici; riduzione dei contributi a favore di enti con l’articolo 7 comma 2 e 3 che recitano:
2. Al fine di assicurare la piena integrazione delle funzioni in materia di previdenza e assistenza ottimizzando le risorse ed evitando le duplicazioni di attività, l’IPOST è soppresso.
3. Le funzioni dell’IPOST sono trasferite all’INPS, sottoposto alla vigilanza del Ministero del Lavoro e delle politiche sociali; l’INPS succede in tutti i rapporti attivi e passivi.
Con queste quattro righe viene soppresso un Ente pubblico non economico, sottoposto alla vigilanza del Ministero dello Sviluppo Economico, che eroga il trattamento di quiescenza e le prestazioni di assistenza, mutualità e credito al personale di Poste Italiane S.p.A. e Società collegate. Bisogna precisare che è solo uno dei 20 Enti pubblici soppressi, ma che questo Ente ha vissuto varie peripezie. Le origini dell'Ipost, infatti, risalgono al 1919, quando nasce come l'Ente morale denominato "Istituto nazionale di mutualità e previdenza tra il personale postale, telegrafico e telefonico". Nel 1930 l'Ente assume la denominazione di "Istituto di assistenza e previdenza per i postelegrafonici". Il 1953 segna una tappa fondamentale per l'Ipost: con il D.P.R. n. 542 nasce l'Ente Pubblico Istituto Postelegrafonici, sottoposto alla tutela e vigilanza del Ministero delle Poste e riordinato strutturalmente e funzionalmente lo scopo è di provvedere al trattamento previdenziale e assistenziale del personale dei piccoli uffici postali. Nel 1979 l'Istituto non è assoggettato al cosiddetto decreto sulla soppressione degli enti inutili, e viene incluso nella tabella A della legge n. 70 del 1975, fra gli Enti che gestiscono forme obbligatorie di previdenza e assistenza. Nel 1994, a seguito della trasformazione delle Poste Italiane in Ente Pubblico Economico, l'Ipost diviene: l'Ente previdenziale di tutto il personale dipendente di Poste Italiane. Nel 1997 la legge finanziaria 27 dicembre 1997, n. 449, all'art. 53, conferma le competenze istituzionali dell'Ipost quale Ente previdenziale del personale postale, nonostante la trasformazione dell'Ente Pubblico Economico "Poste Italiane" nella società per azioni "Poste Italiane S.p.A.". Nel 1998 nasce l'IPost moderno con la nomina, al pari degli altri enti previdenziali, di tutti gli organi istituzionali. Nel 2006, alla scadenza degli organi e in attesa di un complessivo processo di riordino e razionalizzazione degli enti previdenziali, con Decreto dell'allora Ministro delle Comunicazioni viene disposto il commissariamento dell'Istituto. Il 24 ottobre 2008, con decreto del Ministro Claudio Scajola, viene nominato l'attuale Commissario Straordinario Ipost, il dr. Rino Tarelli, confermato, nel novembre 2009, per altri due anni. Trattasi di un esempio di soppressione di un Ente, che pure poteva rispondere ad esigenze particolari nel tempo in cui è stato pensato e può aver lavorato bene nel frattempo, ma la scure delle necessità di previste riorganizzazioni non ha risparmiato. Sarà vero?




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