martedì 2 febbraio 2010

Novità sui conti correnti bancari. Istruzioni per l’uso


Secondo l’Associazione bancaria italiana (ABI) il costo dei conti correnti è diminuito mediamente dal 2004 al 2009 da 150 € a 70 €.. Di parere contrario la Commissione europea che alla fine di settembre 2009 ha accusato l’Italia di avere i costi più alti in Europa, in media 250 € rispetto ai 103 € della Gran Bretagna. In effetti la realtà è molto diversificata nel caso che si utilizzino i tradizionali sportelli, oppure c/c online. Intanto buona norma sarebbe controllare attraverso il Consorzio patti chiari il costo dei vari conti. Cliccando su conticorrentiaconfronto.pattichiari.it c’è la possibilità di confrontare i costi di oltre 760 c/c di circa 120 istituti, dividendo i costi veri e propri dalla tenuta del conto, dall’invio delle varie documentazioni, della loro frequenza, dalle varie imposte governative che gravano sui conti. Altre spese, poco appariscenti, ma che possono pesare sostanzialmente per chi usa con una certa frequenza il conto sono i tempi di movimentazione. Avere valuta e disponibilità eccessivamente posticipata può influire sui costi in quanto la disponibilità, qualora rinviata nel tempo mette a rischio di possibili sforamenti in rosso dei conti stessi con relativi addebiti. Da quest’anno la ricezione di alcune direttive della Commissione europea hanno consentito di avere valuta e disponibilità di bonifici in Italia e all’estero entro la giornata lavorativa successiva alla data di ricevimento dell’ordine se in €, e dalla seconda alla quarta giornata lavorativa in caso di conversione valutaria. Attenzione ai costi, perché nella maggioranza dei casi per bonifici online in territorio italiano è gratis, mentre per i bonifici esteri in ambito PSD (Payment Service Directive) le spese sono ripartite per quote di competenza tra inviante e ricevente secondo comunicazione della propria banca. In questo campo rientrano oltre ovviamente le operazione fatte in euro, anche le monete ufficiali della GB, Sterline o di Norvegia, Islanda e Liechtenstein a condizione che sia la banca del pagatore che quella del beneficiario operino in uno stato dell’Unione Europea oppure in Norvegia, Islanda o Liechtenstein.

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