venerdì 11 dicembre 2009

Default Grecia. No grazie


Complessa ma non irrimediabilmente compromessa la situazione economica greca. Due giorni orsono davanti alla commissione economica UE, il vice ministro delle Finanze Philippos Sahinidis ha spiegato che il debito pubblico della Grecia ha raggiunto l’ammontare complessivo di «300 miliardi di euro», il livello «più rilevante della storia della Grecia moderna». Oltre a questo debito ci sono i milioni di prestiti contrattati con le banche europee e italiane come il Partenone Bond acquistato a man bassa da fondi italiani perché aveva un rendimento di 2 punti base superiore ad altre obbligazioni. Le notizie a carattere allarmistiche apparse a piene mani sui giornali di questi giorni purtroppo viaggiavano in parallelo con le pessime notizie che altri paesi della zona UE versano in condizioni altrettanto precarie della Grecia, aumentando così la drammaticità della situazione. Si fanno i nomi del Portogallo, Spagna, Irlanda e di paesi altri due paesi di recente adesione. Al vertice europeo di ieri, le parole del cancelliere tedesco Angela Merkel, hanno definitivamente chiarito il quadro della situazione fornendo ai mercati finanziari quelle rassicurazioni di cui si sentiva il bisogno. L’Europa ha una moneta unica comune e una politica di finanza pubblica multipolare. Ciò che succede ad una delle nazioni della zona Euro, ha,comunque, dei riflessi su tutti gli altri paesi, per cui il cordone di sicurezza previsto dalla adesione alla moneta unica è pronto a dar man forte alla nazione greca. Da questo punto di vista sia il presidente dell’Eurogruppo Jean Claude Junker che Josè Barroso, presidente della Commissione UE si sono detti pronti ad attivarsi perché la crisi si risolva nel più breve tempo possibile.

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