venerdì 25 dicembre 2009

Auto. Settore in ristrutturazione


La necessità di ridurre la sovraproduzione di auto nel mondo, sta portando inevitabilmente alla cancellazione di alcune fabriche e di alcuni marchi storici. In Italia ha fatto scalpore l’intervento dell’ A.D. della Fiat Marchionne che il giorno 23 dicembre, presentando il piano industriale al governo e alle parti sociali per il prossimo triennio 2010-2012, ha fatto presente che in questo contesto, nonostante investimenti per 8 mld di €, di cui 2/3 terzi in Italia, non c’è spazio per lo stabilimento di Termini Imerese, in Sicilia, che cesserà la produzione di auto nel 2011. Troppo costosa per vari problemi, anche logistici, la produzione in quel sito che carica un sovraprezzo di 1000 € su ogni autovettura rispetto ai costi industriali ottenuti negli altri stabilimenti Fiat nel mondo. In Polonia, con un solo stabilimento e una forza lavoro di circa 6/7000 dipendenti si fabricano circa 650.000 autovetture l’anno, l’equivalente che si raggiunge in Italia con il triplo di addetti. In USA, la GM, per la necessità di sopravvivenza, ha annunciato la soppressione di 2 marchi famosi come la Pontiac, nota per alcuni modelli sportivi come la GTO e la Firebird, e della Saturn, nata soltanto nel 1990, come contraltare per resistere all’invasione delle piccole e medie cilindrate europee e giapponesi. La Ford ha annunciato che, nel primo trimestre 2010, venderà la svedese Volvo ai cinesi della Gely per solo 2 mld di dollari, con una minusvalenza di 4,4 mld rispetto al prezzo pagato nel 1999. Ancora non è chiaro l’approdo finale della svedese Saab, contatti in corso ci sono con la cinese BAIC. Altre acquisizioni, con profonde ristrutturazione, sono previste dalla Volkswagen, che ultimamente ha acquisito una partecipazione significativa nella giapponese Suzuki. Ma altri cambiamenti premono sul settore e riguardano la necessità di ridurre al minimo l’emissioni inquinanti e i costi d’esercizio. Negli ultimi 6 mesi c’è stato un crescendo di offerte d’auto alimentate a GPL o metano. Le vendite rispetto al 2008 sono aumentate del 30% in questo segmento che vede in totale percentuali ancora ridotte con una media nazionale di circa il 5,5% del parco vetture. La causa di questa limitata penetrazione è costituita dal numero insufficiente di pompe eroganti, soprattutto nel regioni del sud Italia. L’altra variazione che può riportare nel giro di un quinquennio ad un nuovo rimescolamento del settore e dei siti produttivi nel mondo sarà la vettura ibrida alimentata in parte con carburante fossile e in parte elettrica. I passi avanti che la tecnologia del settore batterie ha fatto in questi 2/3 anni fa ben sperare in una riduzione di emissioni nocive con un miglioramento del clima e su risparmi significativi di carburante.

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