mercoledì 11 novembre 2009

Il Toro in Borsa


Spigolando fra le varie notizie sui giornali di oggi balzano all’occhio molte notizie positive. Nel settore bancario degno di nota è il risultato di Banca Intesa San Paolo che nel terzo trimestre raggiunge un utile di 674 mln di euro, con un aumento secco rispetto al secondo di ben 161 mln. La BPM, Banca Popolare di Milano chiude il periodo gennaio/settembre con 182 mln di utili + 27,5%. Il risparmio gestito è di 24,771 mld con un aumento rispetto al 2008 del 44,3%. Per passare al settore corporate bond la Fiat ha lanciato una emissione di 1,5 mld di euro e ha raccolto richieste per 7,5 mld con una cedola al 6,85%. Fra l’altro questa è la terza emissione in 4 mesi con tassi sempre calanti. Si è passati dal 9,45% della prima emissione di luglio , al 7,75% della seconda di settembre al 6,85 di oggi. La borsa italiana è ai massimo da marzo. Wall Street al top da 13 mesi e può inanellare un + 60% dai minimi di marzo. La raccolta di fondi va bene. All’Ecofin di ieri a Bruxelles i 27 ministri delle finanze hanno rinviato a gennaio del 2011 le prime mosse per il rientro della grande liquidità che le banche centrali di tutto il mondo hanno messo a disposizione delle stesse per agevolare la loro sopravvivenza. La proposta del premier britannico Gordon Brown al G20 di St.Andrews di far pagare una tassa sulle transazioni finanziarie internazionali per costituite un fondo per eventuali default di banche si è arenata subito. Il ministro italiano Tremonti ha dichiarato che le bolle preferisce prevenirle anziché inseguirle. Il governatore della Banca d’Italia, nella sua qualità di presidente del Financial Stability Board ha suggerito una supervisione per gli Istituti che operano su più mercati dando ovviamente i dovuti poteri alle autorità internazionali di intervenire.In effetti di fronte alle performance del settore bancario internazionale ci sono le difficoltà dell’industria, l’aumento della cassa integrazione, la stagnazione dei consumi, le difficoltà delle famiglie, le lamentale delle PMI che non trovano sufficienti prestiti per superare i punti più critici della crisi, gli agricoltori che protestano perché i loro ricavi sono scesi talmente in basso da non coprire i costi, l’alta percentuale di disoccupati di qua e al di la dell’Atlantico. La sensazione, e molti analisti finanziari incominciano a darla come certezza, è che molte banche, nel mondo, stiano utilizzando la liquidita messa a loro disposizione per agire come hanno fatto nel passato, prima che la bolla delle varie speculazione scoppiasse.

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